Per la prima volta dai tempi della dittatura di Pinochet – fra il 1973 e il 1990 – torna in Cile un pesantissimo clima di soppressione delle libertà. Torna anche il coprifuoco a Santiago del Cile: gli abitanti della capitale non potranno uscire di casa fra le 21 e le 7 del mattino.

In seguito alla decisione del governo di aumentare il prezzo dei biglietti per i mezzi pubblici, a Santiago, Valparaiso e in altre città la rabbia popolare è esplosa e si è scatenata la rivolta. Per tre giorni a Santiago del Cile è scoppiata una violentissima guerriglia urbana. Sono almeno 3 i morti, 308 gli arresti, 156 poliziotti feriti.

Strade e piazze sono disseminate di pietre, carcasse di auto e furgoni, autobus incendiati, negozi con le vetrine infrante, semafori e insegne abbattuti, supermercati saccheggiati. Sono circa 80 le stazioni della metropolitana devastate. Il presidente Sebastián Piñera ha deciso di revocare l’aumento del prezzo dei biglietti ma non è bastato.

Così l’Esercito ha proclamato il coprifuoco in tutta Santiago del Cile dopo che nella sera di venerdì 18 ottobre era scattato lo stato di emergenza. Adesso per uscire di casa nelle ore di divieto si dovrà chiedere un’autorizzazione speciale.

In realtà oggi 20 ottobre sono tanti i giovani che stanno sfidando nelle strade con il cacerolazo – la proteste del battere le pentole – l’istituzione del coprifuoco. Le strade e le piazze della capitale sono presidiate dai carri armati e dai blindati dei militari che controllano il rispetto della misura.

Si tratta di un provvedimento eccezionale. In Cile, con il suo passato ferito da una brutale dittatura, acquista un significato molto minaccioso. È stato del resto lo stesso Piñera ad affidare ai militari la gestione dell’ordine pubblico dopo gli assalti, gli incendi, i saccheggi che per tre giorni, da giovedì sera 17 ottobre, hanno messo in ginocchio la capitale.

Decine di migliaia di persone hanno invaso il centro e poi la periferia di Santiago colpendo i simboli di una crisi che serpeggiava da tempo e che è esplosa quando c’è stato l’ennesimo aumento dei prezzi dei biglietti dei trasporti, metropolitana in testa. Il governo non è stato in grado di gestire questa vera sommossa, guidata dai giovani, ma sostenuta alla fine dalla maggioranza della popolazione.

Photo credits: Twitter