«La musica è sempre stata la mia ancora di salvezza, la mia terapia. Se non avessi avuto la musica mi sarei perso».

Così James Morrison parla del rapporto con la sua Musa, che lo ha aiutato ad affrontare le tragedie personali degli ultimi anni, come la perdita di due bambini, di suo papà Paul, di suo fratello Alexis e di suo nipote Callum. Probabilmente è questo che ha ispirato il titolo del suo ultimo album, uscito a marzo dopo quattro anni di silenzio, “You’re Stronger than you Know“. James ha lavorato con alcuni colleghi artisti inglesi sull’album, come Gary Barlow (co-autore del brano “So Beautiful”), e Joss Stone (che canta in “My Love Goes On“, il singolo principale del disco). Tutti i brani sono stati prodotti da Mark Taylor e sono stati ispirati dalle epoche di Stax e Motown.

C’è una sorpresa inaspettata fra i duetti, svelata a distanza di mesi: la riedizione di Glorious, brano contenuto all’interno dell’album, in un featuring con ‘la nostra’ Francesca Michielin, scoperta attraverso un videoclip. Il cantante ha motivato così la scelta della collaborazione con la musicista italiana:

“Ho sempre pensato che Glorious fosse la canzone ideale per un duetto. Mi hanno proposto alcuni artisti e quando ho visto un suo video mi è piaciuta moltissimo anche perché è una musicista: lei suona strumenti diversi, canta molto bene, da un lato la sua voce è delicata, dall’altro è grintosa”.

La notizia è stata inaspettata anche per la stessa Francesca, da lungo tempo fan del cantante, che ha confessato di averla rassicurata in studio con molta tenerezza:

In studio era nervosa perché mi ha detto che quando era più piccola ascoltava la mia musica, ma io l’ho tranquillizzata, le ho detto di non preoccuparsi (ho provato anche io le stesse sensazioni quando ho collaborato con Paul Weller). Del resto è soltanto musica”.

Morrison commenta così il tour che lo sta tenendo impegnato al momento, in una rivalutazione totale della sua vita e delle scelte professionali ed emotive che sta attuando:

“Grazie ai concerti (ne ho fatti anche 250 in un anno) ho imparato a sentirmi a mio agio sul palco. La musica non mi ha mai abbandonato, che io avessi o meno una casa discografica alle spalle. Non mi interessava suonare davanti a cinque, cento o migliaia di persone, lo avrei fatto sempre con lo stesso spirito. Sono stato fortunato a poter condividere la mia musica con il mondo, è qualcosa che ho sempre voluto fare, e da ora in poi seguirò solo le mie regole”.