A seguito della sentenza della Cassazione, sono otto le persone per le quali si sono aperte le porte della galera a Roma in relazione al processo “Mondo di Mezzo”. Nella notte fra ieri e oggi 23 ottobre sono intervenuti i carabinieri del Ros e del Comando provinciale della capitale. Hanno eseguito un ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Roma.

Secondo quanto riporta online l’Ansa, dietro le sbarre sono finiti l’ex presidente dell’Assemblea Capitolina Mirko Coratti e l’ex dirigente che si occupava della cura del Verde a Roma Claudio Turella. Ma anche Sandro Coltellacci, Franco Figurelli, Guido Magrini, Mario Schina, Andrea Tassone e Giordano Tredicine. Per alcuni degli arrestati le autorità hanno applicato la legge “Spazzacorrotti”, approvata il 31 gennaio scorso.

Una normativa che introduce “misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici”. Sulla legge pende un ricorso davanti alla Consulta. “Mondo di mezzo”, tuttavia, non è Mafia Capitale. Lo ha deciso la Corte di Cassazione.

I giudici hanno infatti ribaltato il 22 ottobre il verdetto d’appello. Hanno in sostanza stabilito che l’organizzazione a delinquere capeggiata dall’ex terrorista nero Massimo Carminati e dall’ex ras delle Cooperative Salvatore Buzzi non era un’associazione di stampo mafioso. Bensì un’associazione a delinquere “semplice”. Di conseguenza si dovrà ricalcolare la pena.

Ci sarà dunque un nuovo processo d’appello, davanti ad una sezione diversa da quella che aveva ipotizzato le mani della “piovra” su Roma. La sesta sezione penale della Cassazione aveva al vaglio la posizione di 32 imputati, di cui 17 condannati dalla Corte d’Appello di Roma, lo scorso anno. Tra questi, oltre a Carminati e a Buzzi, anche Luca Gramazio, ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio (8 anni e 8 mesi), e Franco Panzironi, ex ad dell’Ama (8 anni e 4 mesi). Per tutti ci sarà un nuovo processo. Inoltre la Cassazione ha assolto Buzzi dalle accuse di turbativa d’asta e corruzione. Mentre per Carminati cade anche un’accusa di intestazione fittizia di beni.

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