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Trump, il presidente delle gaffe. Ecco l’ultima…

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha promesso di costruire un muro in Colorado. Il problema è che lo Stato al centro degli Usa, situato tra l’Utah e il Kansas, non confina con il Messico.

“Sapete perché vinceremo in Nuovo Messico? Perché loro vogliono sicurezza alla frontiera” quindi “costruiremo un Muro al confine del Nuovo Messico e costruiremo un Muro in Colorado”, ha detto Trump.

“Un muro magnifico – ha aggiunto -, un grande muro che funziona veramente dal quale non si può passare né sopra né sotto”. Poi ha continuato: “Costruiremo un muro in Texas, non ne costruiremo in Kansas dove beneficeranno di quello che ho appena menzionato”.

Su Twitter, il senatore democratico Patrick Leahy, per sbeffeggiare Trump, ha pubblicato una mappa con il ‘nuovo’ confine statunitense tra il Colorado e il New Mexico. Promessa faro della campagna elettorale del 2016 la costruzione del muro fatica a concretizzarsi. Il Congresso rifiuta di sbloccare i fondi necessari al suo finanziamento.

Trump e le atlete: la pubblicità scioccante che spacca gli Stati Uniti [FOTO]

(articolo del 20 ottobre 2019). Un fotomontaggio con Donald Trump legato e seviziato, in stile sadomaso, da donne atlete. È l’ultima frontiera della pubblicità shock negli Stati Uniti. Un produttore di indumenti sportivi dell’ Oregon, Dhvani, ha riempito le metropoli americane, da New York a Washington DC, di enormi manifesti. Il protagonista-vittima è il presidente: legato, imbavagliato e picchiato da atlete in vestiti attillati.

Alcuni media americani sostengono che si tratti di una campagna. Un’iniziativa contro la decisione presa dall’amministrazione repubblicana di bloccare gli aiuti federali a “Planned Parenthood”, l’organizzazione che riunisce medici e gruppi abortisti. Nonché alle cliniche in cui si pratica l’interruzione di gravidanza. Il primo ad accorgersi del manifesto è stato il figlio del presidente, Donald Trump Jr., che ha denunciato i fatti su Twitter.

Sui suoi account social, come quello su Twitter, l’azienda Dhvani rivendica il suo attivismo nel campo dei diritti civili e la lotta per le libertà. Tuttavia, in un tweet datato sabato 19 ottobre, dopo l’esplosione delle polemiche a causa dei maxi cartelloni anti Trump, ha fatto alcune precisazioni.

In un tweet è scritto che “DHVANI produced the images of this campaign to artistically express the frustrations we believe many women share. All images are metaphorical in nature only. DHVANI does NOT and will NEVER condone violence of ANY KIND” (Dhvani produce le immagini di questa campagna per esprimere artisticamente le frustrazioni che crediamo molte donne condividano. Tutte le immagini sono di natura esclusivamente metaforica. Dhvani non giustifica e non giustificherà mai alcun tipo di violenza”).

Bambini su improvvisate altalene alla barriera Usa-Messico

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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