Cinema

Lina Wertmüller riceve l’Oscar alla Carriera: “Perché Oscar? Chiamiamolo Anna!”

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“Molto onorata, ma se l’Oscar me lo portavano a Roma era più comodo” aveva commentato alla vigilia del grande evento, con il suo immancabile sarcasmo: “Non è una battuta ironica, è la verità. Per carità, sono molto grata, anche se il premio alla carriera suona sempre un po’ come premio finale. Lo dedico a Enrico e a mia figlia Maria Zulima. Ma ringrazierò in italiano, non ci penso proprio a dire qualcosa in inglese”.

Allo scoccare dei 91 anni, compiuti proprio questo agosto, Lina Wertmüller ha ricevuto l’Oscar alla Carriera da parte dell’Academy of Motion Picture Arts & Sciences, per essersi “distinta in modo straordinario lungo la sua carriera”.

Lina Wertmüller: “Chiamiamolo Anna!”

Un vero trionfo ieri per la Wertmüller, che a Los Angeles ha ricevuto il tanto ambito Oscar alla Carriera, tra emozione ed ironia. La regista ha portato con sé (e rigorosamente in italiano) un tocco di simpatia prevedibile e quasi dissacrante, che l’Academy tende ad apprezzare, e che nel contesto della serata di gala ha costituito un delizioso siparietto.

Regista e sceneggiatrice, Lina fu la prima donna ad essere candidata per l’Oscar alla regia nel 1977 con il suo “Pasqualino Settebellezze”. Una vera festa quella di ieri sera, al Ray Dolby Ballroom dell’Hollywood & Highland Center: a consegnarle il premio alla carriera Greta Gerwig e Jane Campion, ovviamente due donne, durante una serata che ha premiato anche David Lynch, Geena Davis e Wes Studi.

A sorpresa sul palco, per festeggiarla ‘giocando in casa’, anche Sophia Loren (“Ti trovo benissimo” ha detto l’attrice, “sono qui per te per salutarti, era tempo che ci vedessimo”) e Isabella Rossellini. È proprio con quest’ultima che la Wertmüller ha messo in piedi la gag più divertente della serata, stuzzicandola per via della mise viola, colore notoriamente ‘sfortunato’ dietro le quinte dello spettacolo.

Emozionata, spregiudicata come sempre e sinceramente stupita dall’entusiasmo per una comicità che, a sentire gli americani, è stata fonte d’ispirazione per molte donne anche oltreoceano, Lina Wertmüller ha concluso il suo intervento nell’unico modo possibile: “Bisogna cambiare il nome a questa statuetta, perché Oscar? Chiamiamolo con un nome di donna, chiamiamolo Anna“.  

 

Chiara Del Zanno

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