Lutto nel mondo del cinema: morto Robert Evans, produttore de Il Padrino
È morto a Beverly Hills, in California, Robert Evans, produttore cinematografico tra i più noti di Hollywood, nonché ex dirigente della Paramount Pictures, uno dei più importanti studios degli Stati Uniti d’America. Aveva 89 anni, compiuti lo scorso 29 giugno, e alle spalle una carriera invidiabile. Tutta nel mondo del cinema (e, in parte, in quello della televisione). «Quello del produttore – aveva dichiarato tempo fa in un’intervista – è il lavoro più importante di un film. Se ne occupa per quattro o cinque anni, anche se alla fine se lo ricordano in pochi».
La carriera alla Paramount Pictures
Iniziò come attore nel 1952, Robert Evans, per poi dirigere i propri passi verso quella che sarebbe diventata, per sempre, la sua strada: la produzione cinematografica. A soli 36 anni, nel 1966, divenne dirigente della Paramount Pictures. Un ruolo che detenne per ben nove anni, durante i quali la casa di produzione realizzò alcuni dei suoi lavori più noti al grande pubblico. Tra questi, meritano una menzione speciale Il Padrino (1972) e Il Padrino – Parte II (1974), entrambi sotto la regia di Francis Ford Coppola, a cui Evans lavorò come produttore esecutivo non accreditato. Risalenti al periodo durante il quale il produttore fu a capo della Paramount sono da segnalare anche A piedi nudi nel parco (1967), La strana coppia (1968), Rosemary’s Baby (1968), Love Story (1970), Harold e Maude (1971), Serpico (1973) e La conversazione (1974).
Robert Evans: premi e riconoscimenti
Ad altri film, invece, Robert Evans lavorò come produttore ufficiale. Tra questi, indimenticabile è Chinatown (1974), che gli valse una nomination agli Oscar, l’unica della sua vita. La statuetta d’oro, beffa del destino, gli venne strappata proprio da Il Padrino – Parte II. Con Il maratoneta (1976), sotto la regia di John Schlesinger, riuscì invece ad aggiudicarsi il David di Donatello per il miglior film straniero. Pietra miliare della storia del cinema, il suo nome è stato inserito nel 2002 nella Hollywood Walk of Fame di Los Angeles.