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Ernesto Esposito. La collezione d’arte dello stilista in mostra a Torino

Andres Serrano
The Morgue (Child Abuse), 1992
81×100 cm

Una meravigliosa collezione d’arte raccontata in due capitoli che racchiudono un po’ tutto il mondo di Ernesto Esposito (Napoli, 1952): l’attività professionale, la sfera privata ed intima, i rapporti amichevoli, la mondanità. In poche parole, la vita di uno stilista di fama internazionale che è stato designer di scarpe per alcuni tra i brand più famosi del settore: Sergio Rossi, Marc Jacobs, Sonia Rykiel, Louis Vuitton e Fendi.

Parallelamente, Esposito ha maturato una straordinaria passione per l’arte, forte anche della personale conoscenza – a partire dagli anni Ottanta – di Cy Twombly, Joseph Beuys, Andy Warhol, Helmut Newton e di altri grandi artisti. La frequentazione di tali prestigiose personalità gli ha consentito di realizzare una collezione d’arte contemporanea assai poliedrica, composta da fotografie, installazioni, pittura e persino da opere monumentali.

Oggi, buona parte di questa collezione è esposta al Museo Ettore Fico di Torino. Il titolo della mostra è Me Two e si articola in due sezioni distinte: Some People – aperta fino al 26 gennaio – e Brasil!, aperta fino al 16 febbraio.

Cildo Meireles
Fontes, 1992
cm 80 x 150 cm

Me Two parafrasa per assonanza il famoso “me too” che ha segnato una svolta contro la violenza femminile, in occasione dello scandalo holliwoodiano che vide protagonista il produttore cinematografico Harvey Weinstein, accusato di molestie sessuali da alcune attrici che lavoravano con lui. Nel caso della mostra a Torino il titolo allude alla doppia personalità di Esposito: stilista affermato da una parte e collezionista attento alla ricerca del bello dall’altra.

Some people – a cura di Andrea Busto – ripercorre la storia della fotografia da Von Gloeden ai giorni nostri; l’intera raccolta si muove verso un’unica direzione, ovvero verso il tentativo di rompere con gli schemi sociali, sessuali e d’identità di genere. Al piano terra del museo di Via Cigna 114 sono esposte opere che vanno da Von Gloeden a Mapplethorpe, da Helmut Newton e Bruce Weber, fino a Cindy Sherman, Thomas Ruff, Wolfgang Tillmans e Thomas Struth. Per Ernesto Esposito, la fotografia è innanzitutto una grande passione e parte essenziale della sua vita e quindi della collezione stessa.

Robert Mapplethorpe
Ken Moody, 1983
38 x 38,5 cm

Frutto di acquisizioni in gallerie, ma anche di rapporti personali di amicizia con i maggiori artisti del nostro tempo, la mostra torinese si compone di un cospicuo numero di opere – fotografie originali, stampe vintage, in formati diversi anche di grandi dimensioni – raccolte nel corso degli anni con intenti e criteri diversi. L’obiettivo dell’iniziativa è raccontare come da mera forma documentaria, la fotografia si sia affermata nel tempo come linguaggio autonomo al pari della pittura, del disegno, della scultura instaurando un dialogo, alle volte anche conflittuale, con le altre discipline.

Invece, Brasil! è un focus a cura di Elisa Ravazzolo Botner sulle ultime generazioni di artisti brasiliani che, secondo diverse specificità, hanno contribuito a creare una svolta nel panorama artistico internazionale creando nuove tendenze. Il titolo prende le mosse dall’omonimo film di Terry Gilliam dell’85. Nelle opere esposte al primo piano del Museo Ettore Fico c’è la “saudade” della bossa nova, il ritmo della samba, i colori ed i profumi della terra carioca; ci sono le forme improbabili delle favelas e la razionalità della capitale Brasilia – disegnata dall’architetto Oscar Niemayer – che si fondono nell’uso di materiali tratti dalla natura e dalla produzione industriale locale: il legno di Matheus Rocha Pita, le amache e le pentole di Opavivarà! e le spezie di Ernesto Neto.

Opavivarà
Rede Social, 2017
cm 600 x 300 cm

Per circa vent’anni il Brasile ha goduto di una fase economica positiva, culminata nel 2016 nei Giochi Olimpici di Rio; tale impulso ha coinciso con una conseguente fortuna critica dell’arte brasiliana. Tuttavia, le Olimpiadi hanno anche segnato la fine di un sogno e ora il paese soffre di una crisi fortissima. Anche in questo caso, la sensibilità degli artisti ha registrato questo cambiamento, producendo opere che hanno a che fare perlopiù con problematiche politiche ed economiche.

 

Me two, Opere dalla collezione di Ernesto Esposito

Some people. Fotografie da Von Gloeden a Warhol
a cura di Andrea Busto
da mercoledì 25 settembre 2019 a domenica 26 gennaio 2020

Brasil! Focus sull’arte brasiliana contemporanea
a cura di Elsa Ravazzolo Botner
da mercoledì 30 ottobre 2019 a domenica 16 febbraio 2020

Museo Ettore Fico – MEF
Via Francesco Cigna 114
10155 Torino – Italy
+39 011 853065
info@museofico.it

Mercoledì – domenica → 11 – 19
Lunedì e martedì → chiuso

www.museofico.it

Manuela Valentini

Arte&Cultura

Manuela Valentini lavora tra Roma e Bologna. Laureata in Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Bologna, è curatrice indipendente di mostre d’arte contemporanea in Italia e all’estero. Tra i vari progetti realizzati, si ricorda New Future – una collettiva promossa da Visioni Future, MAMbo e BJCEM – durante la quale sono stati presentati i lavori di tredici artisti visivi selezionati al W.E.Y.A World Event Young Artist di Nottingham. Ha inoltre curato un focus a proposito dell’arte giovane italiana in occasione di Mediterranea 16, la sedicesima edizione della Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo. Infine, nel 2014 ha portato un’installazione di Marcos Lutyens in esposizione al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Iscritta all’ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, si è occupata di due rubriche (Ritratto del curatore da giovane e L’altra metà dell’arte) per Exibart – per cui continua a scrivere – ma l’esordio in ambito giornalistico è avvenuto nel 2010 sulle pagine culturali de Il Resto del Carlino.

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