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Seggiolini anti abbandono in auto, scatta l’obbligo. Ecco le nuove regole

Scatta da oggi 7 novembre l’obbligo dell’utilizzo dei seggiolini anti abbandono in auto. Gli episodi di cronaca relativi ai casi di involontaria “dimenticanza” di un piccolo all’interno del veicolo sono purtroppo aumentati negli ultimi anni. In alcuni episodi, particolarmente drammatici, si è verificata la morte del bambino.

La Polizia di Stato interviene per dare una mano agli automobilisti, presi alla sprovvista dall’anticipo dell’obbligatorietà dei nuovi seggiolini. In un primo momento, infatti, le nuove regole avrebbero dovuto entrare in vigore dal marzo del 2020.

In un comunicato la Polstrada chiarisce che i dispositivi di allarme possono essere integrati nel seggiolino attuale. Ma possono anche costituire un accessorio del veicolo. Dunque non è necessario acquistare un seggiolino nuovo.

È sufficiente integrare quello attuale con un dispositivo d’allarme di quelli che si trovano già in commercio. La Polizia precisa inoltre che i dispositivi non necessitano di omologazione. Devono però essere conformi alle prescrizioni tecniche riportate nell’allegato A al decreto istitutivo dell’obbligo.

In sostanza, l’anti abbandono deve dare un segnale di allarme idoneo ad attirare tempestivamente l’attenzione del conducente. Questo può accadere correttamente solo attraverso appositi segnali visivi e acustici. Sufficientemente potenti da potersi percepire all’interno o all’esterno del veicolo.

Il sistema di allarme in situazioni di pericolo deve inoltre avere la capacità di attivarsi automaticamente a ogni utilizzo. Senza ulteriori azioni da parte del conducente. Prima dell’acquisto del dispositivo, ricorda ancora la Polizia, è consigliabile verificare la conformità alle caratteristiche tecniche previste dalla norma. Come si fa? Occorre consultare la documentazione tecnica eventualmente messa a disposizione dal fabbricante.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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