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Nella Via Lattea una “popolazione” di mini buchi neri, ecco cosa sono

Gli scienziati danno la caccia ai mini buchi neri della Via Lattea, la nostra galassia. Potrebbe infatti esistere un’intera classe di buchi neri finora insospettata a causa delle dimensioni, troppo ridotte rispetto alle attese. Il primo esemplare, un buco nero con una massa appena 3,3 volte superiore a quella del Sole, è stato potenzialmente individuato dal censimento dei buchi neri pubblicato sulla rivista Science.

Il risultato si deve al gruppo dell’Università di Stato americana dell’Ohio coordinato da Todd Thompson. Lo studio è basato sui dati raccolti dal progetto Apogee (Apache Point Observatory Galactic Evolution Experiment), una collaborazione internazionale di centinaia di ricercatori di decine di istituzioni. Apogee ha raccolto dati su circa 100.000 stelle della Via Lattea.

Studiando la luce emessa da queste stelle, spiega Thompson, “si può capire se orbitano attorno a un compagno sconosciuto”. Gli autori dello studio hanno così individuato 200 potenziali candidati. Li hanno poi confrontati con i dati della rete globale di telescopi robotici, Asas-Sn (All-Sky Automated Survey for Supernovae), il cui quartier generale è nello stato dell’Ohio.

Gli astronomi hanno incrociato i dati anche con altri cataloghi stellari, come quello del satellite Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). In questo modo hanno alla fine trovato un buco nero di massa pari a poco più del triplo di quella solare. Per Thompson il buco nero potrebbe essere “potenzialmente il primo di una nuova popolazione di buchi neri, che potrà aprire una nuova area di studio. Potrà, ad esempio, aiutarci a capire – ha concluso – quali stelle possono esplodere come supernovae e quali no. O quali possono formare buchi neri e quali, invece, stelle di neutroni”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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