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Mara Carfagna verso il partito di Renzi? Tutto è possibile, ecco perché

Quello che qualche ora dopo il lancio di Italia Viva era solo un sfottò a mezzo social, diventa oggi una “suggestione” per il centro destra. È Mara Carfagna a dire che l’ipotesi “Forza Italia Viva”, nel caso in cui Matteo Renzi si sfilasse dalla maggioranza di governo, potrebbe diventare una strada percorribile.

E a rendere ancora più concreta questa possibilità è il ragionamento complessivo che l’esponente di Forza Italia fa sul presente e sul futuro del centrodestra. Un momento complicato per il partito azzurro sempre più succube e all’inseguimento delle formazioni sovraniste. Una posizione di subalternità che sembra stare stretta a Carfagna: “Quello che mi fa rabbia è la sudditanza psicologica nei confronti del sovranismo, che è dannosa per il nostro partito, Forza Italia, per la sua reputazione e per la nostra collocazione internazionale”, spiega aggiungendo che occorre riequilibrare una situazione che vede il centro-destra sacrificato alla destra-destra.

Lo si è visto, spiega, con il caso Segre: il suo partito si è astenuto dal voto in Senato per l’istituzione della Commissione sul razzismo e sull’antisemitismo chiesta dalla senatrice Liliana Segre. “C’era da votare a favore punto e basta”, si rammarica Carfagna. È stato commesso un errore per la sudditanza psicologica nei confronti degli alleati sovranisti”.

Un rammarico pari a quello derivante dalle scelte di Forza Italia in Umbria, con “la cancellazione della legge sull’omofobia” come primo atto del nuovo governo di centrodestra. E ancora: la manifestazione di Piazza San Giovanni del 19 ottobre, dove a sventolare erano le sole bandiere con Alberto da Giussano. “Una manifestazione aperta da una signora che ha detto che metterebbe sotto con la macchina Greta Thunberg non mi rappresenta. A piazza San Giovanni c’era solo il simbolo della Lega, ma nessuno nel mio partito ha chiesto come mai o ha detto che o mettevamo tutti i simboli o nessun simbolo”.

La strada indicata da Carfagna è, quindi, quella di un partito moderato e liberale che non insegua il sovranismo, ma ne costituisca l’alternativa. Che è quanto dice Matteo Renzi della sua nuova creatura politica. Le strade del senatore di Rignano e della deputata di Salerno potrebbero incrociarsi, come lei stessa ammette. Ad una condizione: che Renzi si sfili dalla maggioranza “di sinistra” che sostiene il governo Conte. A stretto giro la reazione di Silvio Berlusconi: “La cena di ieri non è servita – dice il fondatore di Forza Italia – Mara Carfagna decida se restare o andare via…”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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