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L’igiene intima un bene di lusso? Caos sulla Tampon Tax, ecco cosa succede

Tampon Tax nel caos. Torna in discussione l’emendamento al decreto fiscale che prevede l’applicazione dell’aliquota Iva ridotta al 10% invece di quella al 22% sugli assorbenti femminili.

In un primo momento la Commissione Finanze della Camera dei Deputati aveva rigettato la proposta di riduzione della cosiddetta Tampon Tax.

Adesso, invece, sull’onda delle forti polemiche scatenate sui media, i deputati hanno riammesso alla discussione e quindi al voto un’idea semplice, logica e, soprattutto giusta: detassare uno strumento di igiene intima che a oggi fiscalmente è come se fosse un bene di lusso.

Ecco cosa stabilisce l’emendamento, a prima firma Laura Boldrini, nel dettaglio. Punta innanzitutto a ridurre l’Iva su tutti i prodotti sanitari e igienici femminili. Fra questi: tamponi interni, assorbenti igienici esterni, coppe e spugne mestruali. Secondo le stime tutto ciò avrebbe un costo annuo di 97 milioni di euro.

La riammissione in decreto della normativa non comporta tuttavia un automatico via libera al testo. La proposta emendativa potrebbe a questo punto, per assurdo, essere bocciata nel merito dalla commissione.

Mentre in Italia non si riesce a trovare un accordo per abbassare almeno le tasse sull’igiene intima delle donne, in Germania fanno sul serio. Gli assorbenti saranno detassati a partire dal prossimo anno, ossia fra poche settimane. Lo ha fatto sapere il governo di Berlino. Dal primo gennaio 2020 l’Iva passerà dal 19% (quella prevista per le merci di lusso, come sigarette e vino) al 7% (la quota prevista per i prodotti di necessità giornaliera).

A influenzare la decisione dell’esecutivo tedesco guidato dalla cancelliera Angela Merkel, una petizione online. L’hanno lanciata nei mesi scorsi le attiviste Nana-Josephine Roloff e Yasemin Kotra. La petizione tedesca è rivolta al Parlamento e in poco tempo ha raggiunto le 200 mila firme. Roloff ha esultato sul suo account Twitter: “Ce l’abbiamo fatta, la Germania non tasserà più i prodotti per il ciclo mestruale!”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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