Loredana Veneri ha scritto, diretto e interpretato lo spettacolo in scena il 25 novembre al Teatro Petrolini di Roma intitolato “Vietato Morire”. Tratto da due storie vere, porta all’attenzione dello spettatore la sofferenza ma anche il coraggio di due donne, con lei Serena D’Ercole, che nel corso della loro vita hanno subito violenze da parte di uomini. Perché ognuna riesca a venirne fuori senza che tale violenza sfoci in un femminicidio.

Quante sono le donne maltrattate, abusate, violentate fisicamente e psicologicamente? Tante, molte di più di quelle che denunciano gli abusi subiti. Perché spesso la vergogna le spinge a tenere tutto per sé, sprofondando di conseguenza in una depressione da cui è difficile uscire. Loredana Veneri, scrittrice, attrice e regista, ha dato vita allo spettacolo “Vietato Morire” che il lunedì 25 novembre sarà in scena nello storico Teatro Petrolini di Roma.

Con lei sul palco Serena D’Ercole e la ballerina-coreografa Valeria Palmacci. Sia Loredana che Serena hanno subito una violenza reale da parte di uomini, tutte e due sono riuscite a esorcizzarla, anche se dolorosamente, parlandone e cercando di impedire che il silenzio e l’omertà conducano le vittime alla morte. Loredana Veneri e Serena D’Ercole raccontano le loro storie vere in prima persona, perché il passo fondamentale per affrancarsi dall’uomo violento va fatto personalmente.

Loredana Veneri ha subito un abuso quando aveva sei anni. E’ stata molestata da una persona che, in un certo qual modo, aveva l’occasione di starle vicino. Loredana non ha mai detto nulla a nessuno per 45 anni, ha tenuto il terribile segreto serrato nel suo cuore per rispetto del padre: l’uomo, infatti, se avesse saputo che qualcuno aveva molestato sua figlia all’età di sei anni, sarebbe andato ad ucciderlo anche a grande distanza di tempo dall’evento. Loredana ha sempre saputo come avrebbe reagito l’amato papà alla notizia e ha voluto tutelarlo. Quando però lui è venuto a mancare, ha smesso di graffiare il muro del silenzio e ha scelto di comunicare la sua esperienza al mondo nella speranza che qualcosa possa cambiare.

Serena D’Ercole invece ha avuto una relazione con grave dipendenza fisica e psichica. Ha conosciuto un uomo di cui si è innamorata, incurante dell’eccessiva gelosia di lui che, come spesso succede, ha scambiato per amore. E invece amore non era, perché con il tempo alla gelosia si è sommata la violenza verbale e poi quella fisica. Sul palco Serena D’Ercole muore, perché è quello che sarebbe successo se non fosse scappata dal quella situazione. Poi, come nel film “Sliding Doors” in cui si vede cosa sarebbe accaduto in una realtà parallela, Serena ritorna all’interno della sua storia per fuggirne in tempo. Questo è un messaggio per tutte le donne: non c’è bisogno che la vostra storia finisca con un omicidio, liberatevi dalle catene di questi “pseudo amori” finchè siete in tempo. In questo modo la vostra vita sarà salva e nessuno di coloro che amate dovrà piangervi per sempre.

“Questo spettacolo è stato realizzato interamente con mani femminili”, spiega Loredana Veneri, “persino in ciò che riguarda gli aspetti più tecnici come le luci o il suono. Questo perché volevamo dimostrare il coraggio delle donne che, quando sono padrone della loro vita, sanno far fronte a qualsiasi cosa. L’aspetto felicemente positivo di “Vietato Morire”, che abbiamo già proposto in altri teatri italiani, è che alla fine della rappresentazione tante donne ci avvicinano per condividere con noi la loro esperienza. Sono anche loro delle combattenti, che sono sopravvissute a una qualche situazione di violenza da parte degli uomini, e a loro in particolare il nostro messaggio è arrivato diretto, nudo e crudo vista la comune esperienza”.

Il prossimo 7 dicembre “Vietato Morire” sarà nel teatro di Chiesa Valmalenco in provincia di Sondrio.

Photo credits: Loredana Veneri Press