Arte e Cultura

Tutto quello che c’è da sapere sul Giorno del Ringraziamento

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Tra le molte festività nate nel continente americano, il Giorno del Ringraziamento (Thanksgiving Day) ha avuto vita dura nell’affermarsi in Europa. Rispetto ai più noti e “commerciabili” Halloween o San Valentino, la celebrazione autunnale ha conservato nel tempo il suo carattere religioso e nazionalista. Difficile dunque proporre a popolazioni extra-americane una festività dalle origini calviniste, che affonda le proprie origini nella colonizzazione del Continente e nel rapporto tra i pellegrini inglesi e i nativi americani. Oggi, il Thanksgiving viene festeggiato in maniera inclusiva e per quanto possibile laica; celebrato da un’infinità di prodotti culturali e narrativi, la “festività del tacchino” è facilmente riconoscibile anche per i non-cristiani e non-americani. Proviamo dunque a fare un po’ di luce sulle origini di questa giornata, e sulle sue manifestazioni contemporanee.

Come nasce il Giorno del Ringraziamento? Le origini del Thanksgiving Day

Come molte delle ritualità tipicamente americane, il Giorno del Ringraziamento vede la luce nel periodo oscuro della colonizzazione. Nel 1620, il mitologico approdo sulle coste del futuro New England da parte della nave Mayflower dà ufficialmente il via al periodo di immigrazione massiccia su suolo americano da parte di rifugiati anglosassoni. Perseguitati in patria a causa della dottrina calvinista, un centinaio di puritani approdarono dunque nella zona del nordest, stabilendosi al futuro confine tra USA e Canada.

Il “ringraziamento”, ovviamente rivolto a Dio e alla Provvidenza in generale, avviene per la prima volta pochi mesi dopo, nel 1621. Le date in questo tipo di racconti sono ovviamente arbitrarie; le origini di questo tipo di festività si perdono nella notte dei tempi, così come la vera natura del rito dei pellegrini britannici. La Storia racconta comunque il Thanksgiving Day come celebrazione della nuova colonia cristiana su suolo pagano; il Governatore di Plymuth William Redford redasse il primo discorso ufficiale in merito, inaugurando l’era della convivenza tra colonizzatori e indigeni. Solamente un secolo dopo, nel 1789, George Washington ne fece la prima, ufficiale celebrazione nazionale dei neonati Stati Uniti d’America.

Il Thanksgiving Day oggi: come si celebra il Ringraziamento contemporaneo

La natura intrinsecamente imperialista e colonizzatrice del Giorno del Ringraziamento ha portato in seguito a decenni di discussioni; l’ambiguo rapporto tra pellegrini cristiani e nativi americani sarebbe presto sfociato in genocidi e persecuzioni, e l’intera celebrazione sarebbe stata ideologicamente ricollocata. Nel ventesimo secolo, il Thanksgiving ha ormai rinunciato a connotati esplicitamente spirituali, e rimane una festa dal sapore nazionale più che religioso. Presto abbandonati anche i discorsi presidenziali e le implicazioni politiche, quello che resta oggi è una celebrazione familiare, casalinga.

Il Giorno del Ringraziamento americano cade per tradizione nell’ultimo giovedì di novembre, chiudendo formalmente il periodo autunnale e aprendo quello natalizio. Grande protagonista, come noto, è il tacchino; bizzarro animale da cortile importato per la prima volta in Europa proprio dall’America, rappresenta a suo modo il piatto umile degli antichi pellegrini e dei compagni nativi americani. A questo si associano solitamente altre pietanze caratteristiche del New England, come ostriche, zucca e patate, in pranzi solitamente celebrati in privato, tra nuclei familiari. E se le chiese protestanti continuano ad istituire messe in tema, il grosso della celebrazione avviene nelle piazze e nelle strade; le parate di New York e Philadelphia sono ormai parte integrante del rituale; così come le partite dell’NFL, la lega di football americano, grande appuntamento sportivo con la settimana del Thanksgiving.

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Saverio Felici

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