Conferenza stampa di Sinisa Mihajlovic allo stadio Dall’Ara, oggi 29 novembre. L’allenatore del Bologna da mesi alle prese con la leucemia ha fatto il punto sulle proprie condizioni di salute, fermandosi più volte per la commozione.

In questi quattro mesi difficili ho conosciuto medici straordinari, infermieri che mi hanno curato, sopportato e supportato. So che ho un carattere forte, anche difficile. Chi meglio di loro – ha aggiunto facendo i nomi – può capire quanto sia difficile fisicamente e psicologicamente affrontare una cosa del genere. Voglio ringraziare tutti di cuore. Ho capito subito che ero nelle mani giuste”.

In questi 4 mesi ho pianto e non ho più le lacrime. Mi sono rotto le palle di piangere” ha detto Mihajlovic dopo che il primario di Ematologia, Michele Cavo, aveva affermato “le lacrime sono catartiche”, commentando il momento di commozione che aveva appena avuto il tecnico.

L’allenatore rossoblù ha poi ringraziato sua moglie e i suoi figli, affermando – nel video che vi mostriamo tratto da Corriere Tv –  che “mia moglie è stata tutti i giorni con me, mi ha dimostrato un’altra volta di essere molto fortunato di avere una donna come lei accanto“. “Ti amo amore – ha aggiunto -. E poi grazie ai miei figli che sono la mia vita”. “Mia moglie – ha sottolineato Mihajlovic – è forse l’unica persona che conosco con più ‘palle’ di me…”.

Durante la conferenza c’è stato un fuoriprogramma nella sala stampa: i giocatori del Bologna sono entrati a sorpresa. “Non dovevate essere in campo?”, li ha accolti con ironia Sinisa: “Fanno di tutto per non allenarsi”. Al tecnico il saluto del capitano Blerim Džemaili a nome di tutti i rossoblu.

“Siamo ancora in una fase precoce – ha detto il primario Michele Cavo – e abbiamo bisogno di tempo per cercare di capire la risposta finale” del paziente. “Per monitorare Sinisa, le possibili complicanze” Mihajlovic, sottolinea Cavo, è stato circondato da “un affetto trasversale” che “gli ha dato forza”.

Ma “a dispetto di questo carattere estremamente robusto e vigoroso si è sempre fidato ciecamente di noi anche quando i ‘no’ gli stavano stretti”. Sinisa mi ha chiesto di chiudere un cerchio aperto da 4 mesi. Legittimo dal suo punto di vista, ma per noi”, medici, “il cerchio non è ancora chiuso”. “Per ora – ha aggiunto Cavo – siamo felici di averlo restituito in questa ottima forma a tutta la comunità, sia quella laica sia quella sportiva”, ma il monitoraggio delle condizioni del paziente continuerà.