È in atto un durissimo scontro politico fra il premier Giuseppe Conte e il leader della Lega, Matteo Salvini. Conte andrà alla Camera lunedì 2 dicembre alle 13 per una informativa sulla vicenda del cosiddetto Mes, le misure europee salva-Stati. “Spazzerò via mezze ricostruzioni, menzogne, mistificazioni”, dice il presidente del Consiglio. Salvini lo attacca, parlando di “un attentato ai danni degli italiani” e chiede al capo dello Stato un incontro e di far valere la Costituzione.
Il segretario del Pd Zingaretti controbatte all’ex vicepremier: “Quando era al governo, ha condiviso e approvato la riforma del fondo salva stati. Ora diffonde teorie false per danneggiare l’Italia”. Ma si alza sempre di più l’intensità del duello. Il premier, da Accra in Ghana, riferendosi alle parole del leader della Lega sul Mes, avverte: “Il primo momento utile è lunedì, come sempre sarò in Parlamento, in modo trasparente, a riferire tutte le circostanze. A chi oggi si sbraccia a minacciare, io dico: Salvini vada in procura a fare l’esposto, e io querelerò per calunnia“.
Nel giro di poche ore, il 28 novembre, l’ex ministro dell’Interno ribatte: “Leggo che Conte mi vuole querelare: allora preda il bigliettino e si metta in fila, dopo Karola e la Cucchi. Lui però mi ricorda una celebre frase del Marchese del Grillo, ‘io so’ io e voi non siete un ca**o’. Sia più umile che poi l’arroganza porta male”.
“Conte ha compiuto un attentato ai danni degli italiani”, aveva dichiarato alla Camera il leader della Lega che ha fatto appello a Mattarella affinché “faccia valere la Costituzione”. Salvini ha formalmente chiesto un incontro al Capo dello Stato. Per il ministro Patuanelli (M5s), “è una polemica surreale, ma un rallentamento nelle posizioni sarebbe una buona idea”. “Non c’è mai stato un argomento – dice Luigi Marattin di Iv (Italia Viva di Renzi) – su cui sono state raccontante così tante bugie. Salvini ha detto che è un organismo privato, che taglia i fondi agli Stati. Invece è un trattato che cerca di aiutare gli Stati europei. Smettiamo di raccontare bugie”.
“La Lega – dice il leghista Giancarlo Giorgetti – sapeva del Mes e abbiamo detto la nostra nelle sedi in cui doveva essere fatto. Ci sono sedi informali in cui si preparano i negoziati e in quelle sedi abbiamo detto il nostro no. Poi l’abbiamo fatto nella sede regina, in Parlamento, dove avremmo dovuto farlo?”.