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Brexit, il piano inglese: “Passaporto e visto per chi arriva dall’Europa”

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Una durissima stretta sui turisti europei – italiani compresi – è in arrivo in Gran Bretagna. Tornano passaporto e visto. Quando la Brexit – la fuoriuscita di Inghilterra, Galles, Irlanda del Nord e Scozia dall’Unione europea – sarà completa, la chiusura verso i paesi esteri sarà infatti più forte di quanto sinora previsto.

Stando a un’anticipazione del Corriere della Sera online, il piano che sarà annunciato dal premier Boris Johnson oggi 2 dicembre, prevede l’introduzione di un visto elettronico. Sul modello dell’Est americano. In pratica, occorrerà chiedere un’autorizzazione online prima di partire per Londra. E occorrerà farlo almeno tre giorni prima del viaggio. Ciò significa la fine, ad esempio, dei weekend sul Tamigi decisi all’ultimo minuto. Problemi grossi, però, ci saranno anche per i viaggi d’affari.

Non saranno inoltre più valide le carte d’identità e occorrerà munirsi del passaporto. La ministra dell’Interno Priti Patel se l’è presa in particolare con le carte d’identità italiane e greche, spiega Luigi Ippolito, corrispondente da Londra del Corriere della Sera. A dire della ministra, sarebbero facili da falsificare. Le autorità britanniche potranno negare l’ingresso a chi ha precedenti penali e tutti gli arrivi e le partenze dei turisti saranno conteggiati. In questo modo si vuole evitare che i visitatori si fermino oltre i tre mesi consentiti (chi vuole restare più a lungo avrà bisogno di un visto di lavoro). Ovviamente, tutte queste misure entreranno in vigore solo in caso di vittoria dei conservatori alle elezioni della prossima settimana. In quel caso la Brexit avverrà il 31 gennaio e il governo metterà in atto il suo piano. In caso di sconfitta di Johnson, tutto tornerebbe in discussione.

Il premier inglese Boris Johnson (a sin.) vuole misure dure contro chi desidera anche soltanto visitare la Gran Bretagna
Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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