Metis Di Meo: “Ideare, scrivere e condurre, le mie grandi passioni” [INTERVISTA ESCLUSIVA]
Conduttrice, autrice, attrice e giornalista, Metis Di Meo è una personalità poliedrica e versatile del panorama artistico e televisivo italiano. Una vita ricca di esperienze e grandi opportunità lavorative, di cui ha deciso di parlare con noi di VelvetMag.
Un’intervista esclusiva in cui ci ha raccontato anche della sua ultima esperienza con il Rieti e Sabina Film Festival…
Intervista esclusiva a Metis Di Meo
A soli 18 anni ha avuto il primo importante contratto in RAI. Come ha vissuto questa opportunità e responsabilità?
Avevo iniziato da bambina a lavorare come attrice fra spot e fiction, molto teatro. Proprio quel luogo dove mi rifugiavo e che amavo fu galeotto della mia prima conduzione. Mi ritrovai per sbaglio a presentare lo spettacolo che portavamo in scena in un locale romano.
Mi trovai così a mio agio nel chiacchierare, parlare con il pubblico, raccontare il mio punto di vista, gestire tempi e modi. Mi accorsi subito che era il lavoro perfetto per me, che adoravo scrivere e parlare, conoscere e capire, mi permetteva di studiare sempre e viaggiare, di far sì che le persone mi donassero la loro storia, la loro professione, le loro emozioni.
Si univa la mia indole creativa e gestionale che nel lavoro attoriale non avevo sfogo. Nel giro di pochi mesi mi ritrovai a condurre tanti eventi, poi le prime collaborazioni per delle televisioni private come conduttrice e autrice. Dalle fiction che stavo già facendo per Rai e Mediaset, da Don Matteo a Caterina e le sue figlie, mi informavo sempre. Così il mio agente di allora seppe di questo provino, proprio il giorno dello scritto della mia maturità classica. Una storia rocambolesca che finì con l’incontro che feci con Pippo Baudo.
(Photo Credit: Sara Galimberti)
Tornai il giorno dell’orale, avevo preso 100\100 e mi avevano presa per Domenica In. Ero entusiasta. L’unico obiettivo che avevo al tempo era carpire il più possibile dai grandi maestri, dalle grandi produzioni e sentivo di trovarmi nel posto giusto. Nel giro di pochi mesi mi trovai ad intervistare personaggi del calibro di Giulio Andreotti e Alberto Tomba, e capii che avevo conquistato la fiducia dei nostri autori.
Nella vita è una conduttrice, un’inviata, un’attrice e un’autrice. Come riesce a coniugare tutte queste attività?
Ho smesso di recitare a 20 anni, quando ho capito che lo stile di vita di chi mette in gioco sentimenti, emozioni e il proprio corpo per la recitazioni, in balia dell’attesa di chi ti sceglie, non era per me.
Ma specialmente non combaciava con la mia scelta di vita, ovvero fare la conduttrice. L’autrice l’ho spesso fatta per produzioni diverse da quelle dove lavoravo assiduamente, ma ho avuto l’opportunità di ideare, scrivere e condurre dei miei programmi unendo il tutto con mia grande gioia, come in Lezioni di Bon Ton per Rai5 e Il Nostro Capitale Umano per Rai2.
Come inviato ho iniziato a lavorare per Unomattina nel 2012 e da allora non ho mai abbandonato la mattinata di Rai1, che mi ha dato l’opportunità di viaggiare e conoscere l’Italia e l’Europa, fra enogastronomia e artigianato, cinema e teatro, istituzioni e premi illustri. Rai1 mi permette di conoscere la nostra società, le eccellenze del territorio, grandi personaggi da premi Nobel a premi Oscar.
Sovrapporre le produzioni, abitudine che ho da sempre, è complesso fisicamente e mentalmente ma è una delle necessità dei liberi professionisti. Forse alcuni artisti si lanciano più a capofitto in progetto singoli, ma architetti o medici o avvocati non potrebbero, come nel nostro lavoro, seguire più progetti contemporaneamente.
(Photo Credit: Sara Galimberti)
C’è un programma o un ruolo che le è rimasto nel cuore?
È una domanda complessa, che merita una una risposta articolata. Dal mio primo film fantascientifico, “Oltre la Quarta Dimensione”, all’ultimo che ricordo come “La più bella gita scolastica della mia vita” con Paola Cortellesi, Claudio Bisio, Ficarra e Picone, Lucia Ocone, Carla Signoris, Fabio De Luigi.. Insomma! Uno spasso diviso nei due film “Maschi contro Femmine” e “Femmine contro Maschi”.
La prima volta che ho usato il green screen in uno spot tedesco, oppure la mia esperienza in uno studio virtuale dove ho passato un periodo della mia vita a Budapest, per una televisione americana dove conducevo un game show. Porto nel cuore un programma che umanamente e professionalmente mi ha dato molto, Ballando con le stelle, di cui sono stata concorrente nel 2009.
(Photo Credit: Mauro Vallanti)
Ma non posso dimenticare la prima conduzione da sola in Mediaset su Talent1. Oppure la grande fatica e soddisfazione nell’aver condotto il primo programma interattivo della Tv italiana, Social King, su Rai2. Sono orgogliosa di programmi che hanno dato sfogo alle mie passioni come Easy Driver o Pick Up su Rai1, fra motori e musica.
Potrei citare tanti programmi, serate ed eventi televisivi per me importanti, Ma l’orgoglio maggiore è quando un prodotto nasce totalmente fra le proprie mani, come è successo per l’ultimo, un viaggio nel mondo del lavoro fra i giovani, che ho realizzato con alcuni dei miei più cari amici, professionisti giovani per i quali provo grande stima, con i quali abbiamo dato vita a Il Nostro Capitale Umano.
Da molto dedica il suo tempo anche ai Festival e al cinema: da esperta di recitazione, cosa pensa dei nuovi giovani attori e cosa consiglierebbe loro?
Sono cresciuta fra i Festival cinematografici perché mio padre produceva e dirigeva documentari ed opere prime, mia madre è una tersicorea che si è prestata al piccolo e grande schermo. Mi sono abituata a guardare con cura e ascoltare chi ne sapeva più di me. Ho sempre accettato di buon grado festival che valorizzassero il cinema, ma l’esperienza variegata mi permette di guardare i prodotti con critica, ma non come una vera esperta di recitazione che non credo di essere.
Ma credo di aver imparato in questi anni che non bisogna demordere, anzi creare l’opportunità di dar vita a personaggi che valorizzano il nostro talento, anche da soli, a tutte le età. Ci vuole, però, l’umiltà di mettersi sempre in gioco, di continuare a prepararsi e di saper incassare le critiche come uno spunto costruttivo. Ho visto attori avere opportunità tardi e crescere esponenzialmente grazie al loro carattere, ho visto talenti giovani bruciarsi e non riuscire a rialzarsi.
(Photo Credit: Mauro Vallanti)
Ultimamente ha presentato il Rieti e Sabina Film Festival, come descriverebbe questa esperienza?
Ho condotto anche questa seconda edizione, con il presidente Nico Toffoli, dalla sede del Cinecircolo Romano, per dare maggiore luce ad un festival che punta a collaborazioni internazionali. Dopo il Giappone quest’anno il protagonista è stato l’Azerbaijan. Ed i partecipanti sono arrivati dalla Cina agli USA.
La qualità dei vincitori ha stupito pubblico e giuria, come il valore ed il tema dei progetti: 3 vincitori, 3 premi ai partecipanti, un fuori concorso ed un premio alla carriera ad un produttore fuori classe, Antonio Avati. Una serata piena di aneddoti, consigli e incontri fra i professionisti del cinema a tutto tondo, dagli effetti speciali con Vittorio Sodano alle tecniche recitative con Patrizia De Santis e il metodo Chubbuck.
C’è, infine, un messaggio che vorrebbe inviare ai nostri lettori?
Suggerisco a tutti i lettori di leggere le storie professionali altrui. Credo che sia uno stimolo al fine di trovare spunti, forza, idee e determinazione per inseguire con la giusta dose di sogno e realtà le proprie ambizioni professionali ed artistiche.