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Gran Bretagna, elezioni decisive per la Brexit: ecco perché ci riguardano

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Conto alla rovescia per quelle che sono considerate le elezioni più importanti in Gran Bretagna negli ultimi anni. Domani 12 dicembre inglesi, gallesi, scozzesi e nord irlandesi si recheranno alle urne. In gioco c’è il destino del Paese con la Brexit, l’uscita definitiva dal mercato comune europeo.

Se dovessero prevalere i Tories, il partito conservatore, guidati dal premier Boris Johnson, con il suo ossessivo motto “Get Brexit Done” (“realizziamo la Brexit”), l’uscita dall’Europa sarebbe presto sancita e inappellabile. Da quel momento per gli stranieri, europei e italiani compresi, prendere un semplice volo per Londra diverrebbe complicato. Si dovrebbe prima tirar fuori il vecchio passaporto dal cassetto – o spendere centinaia di euro per rifarlo – e chiedere, almeno tre giorni prima del viaggio, il visto elettronico.

Qualora invece il Labour Party di Jeremy Corbyn riuscisse nell’impresa di una clamorosa rimonta fino alla vittoria finale le cose cambierebbero. Corbyn potrebbe formare un governo di minoranza e approvare un nuovo referendum sulla Brexit, che una buona parte del Paese chiede a gran voce da tempo. Non solo. In ballo ci sono due idee radicalmente differenti per il futuro dell’Inghilterra e della Gran Bretagna.

Da una parte, come sottolinea Repubblica, il neo-thatcherismo di Johnson e la vocazione neo-liberista del premier. Dall’altra, la soluzione socialista e anti neoliberismo di Corbyn. Con la promessa di numerose nazionalizzazioni e una sensibile espansione del welfare e dello Stato nella vita dei cittadini.

Boris Johnson (a sin.) con l’ex presidente della commissione Ue, Jean-Claude Junker
Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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