Jorge Mario Bergoglio, papa Francesco, compie oggi 17 dicembre 83 anni. È incessante il flusso di doni, messaggi, telegrammi d’augurio provenienti da tutto il mondo. Il pontefice è nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936.
Una giornata d’impegno come le altre
Papa Bergoglio non ama festeggiare, però. E per oggi si prevede per lui una tranquilla giornata di lavoro. Nei precedenti compleanni l’unica parvenza di festa l’ha data in compagnia di gruppi di senzatetto, invitati a colazione già nel primo anno da Pontefice. E qualcosa del genere, come pure omaggi ai clochard, potrebbe ripetersi anche oggi.
Gli auguri del Capo dello Stato
“L’incessante attività pastorale di Vostra Santità, coronamento di cinquant’anni di generoso servizio sacerdotale, – è l’augurio del presidente Sergio Mattarella – continua a sollecitare i popoli e le nazioni a superare le divisioni, a preservare la pace, a impegnarsi nel dialogo e nell’approfondimento delle ragioni dell’altro, a tutelare il pianeta gestendone saggiamente le risorse”.
Un nuovo film sul Papa
Oggi stesso arriva intanto nelle sale italiane il film documentario “Il Nostro Papa”. Tratto dall’omonimo libro di Tiziana Lupi “è la storia della famiglia di Francesco – come spiega l’autrice a Vatican News – riletta alla luce di una tematica cardine del suo pontificato: l’emigrazione”. Co-prodotta tra Italia e Argentina, la pellicola sarà distribuita nelle maggiori città italiane.
“Gli anziani sono una risorsa”
Quella del Pontefice, sempre attivissimo e dall’agenda traboccante di impegni, comincia ad essere un’età ragguardevole. E della sua visione dell’essere anziano Francesco ha dato un ampio saggio nell’udienza all’Anla (Associazione nazionale lavoratori anziani) il 16 dicembre. Il Papa ha spiegato che “le persone anziane, sul piano sociale, non vanno considerate come un peso. Ma per quello che sono veramente, cioè una risorsa e una ricchezza. Sono la memoria di un popolo”, e che “c’è bisogno della sapienza e dell’esperienza degli anziani, per costruire un mondo più rispettoso dei diritti di tutti”. “Il futuro di un popolo suppone necessariamente un dialogo e un incontro tra anziani e giovani per la costruzione di una società più giusta, più bella, più solidale, più cristiana”.
“I deboli vanno aiutati, non scartati”
“Siamo tutti chiamati a contrastare la velenosa cultura dello scarto – ha avvertito il Pontefice -. Siamo chiamati a costruire con tenacia una società diversa, più accogliente, più umana, più inclusiva, che non ha bisogno di scartare chi è debole nel corpo e nella mente, anzi, una società che misura il proprio ‘passo’ proprio su queste persone”.
“Dialogo e dono”
“Considerando e vivendo la vecchiaia come la stagione del dono e la stagione del dialogo – ha spiegato il Papa -, si contrasterà lo stereotipo tradizionale dell’anziano. Uomo malato, invalido, dipendente, isolato, assediato da paure, con una identità debole per la perdita di un ruolo sociale”. In pari tempo, “si eviterà di focalizzare l’attenzione generale prevalentemente sui costi e i rischi. E si darà più evidenza alle risorse e alle potenzialità degli anziani”.
“Al centro l’uomo, non il denaro”
Purtroppo, ha aggiunto, “tante volte si scartano i giovani, perché non hanno lavoro, e si scartano gli anziani con la pretesa di mantenere un sistema economico ‘equilibrato’, al centro del quale non vi è la persona umana, ma il denaro”. “E questo non va – ha concluso -. Il futuro sarà nel dialogo fra i giovani e gli anziani. Se i nonni non dialogano con i nipoti non ci sarà futuro”.