Non conosce pace la Siria. La guerra, che infuria da quasi dieci anni, continua a mietere vittime e a provocare dolore. Più di 11 mila civili si sono messi in fuga nelle ultime 48 ore dalla zona meridionale di Idlib, nel nord-ovest della Paese. E questo in seguito all’inasprimento di raid aerei dell’aviazione russa e dei militari governativi del regime di Assad.
Si tratta, in particolare, delle zone che si trovano nel distretto di Maarrat an Numan e nella zona vicina all’autostrada fra Hama e la mitica Aleppo, l’antichissima città, simbolo della Siria, completamente distrutta. Lo riferiscono fonti sul territorio in contatto con l’Ufficio dell’Onu per il coordinamento dell’aiuto umanitario (Ocha).
Secondo le fonti, riporta il sito di RaiNews, da lunedì scorso 16 dicembre a oggi 18 dicembre sono 11.714 le persone che hanno abbandonato le loro case. Si sono dirette verso i distretti settentrionali di Idlib e verso la frontiera turca, che però rimane chiusa al passaggio di civili in fuga.
La maggior parte degli sfollati rimane in queste ore senza alcun riparo. Esposta alle intemperie sul ciglio delle strade e nei campi agricoli circostanti. Da lunedì sono ripresi intensamente i raid aerei e di artiglieria da parte del governo siriano e delle forze russe, alleate di Damasco. La regione di Idlib è fuori dal controllo governativo. Lì operano milizie anti-regime, tra cui gruppi di etremisti islamici. L’Onu afferma che nella regione rimangono ammassati circa tre milioni di civili in stato di urgente bisogno umanitario.
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