L’hashtag #Sondrio è in tendenza su Twitter e non solo oggi 18 dicembre, accompagnato da scontri e polemiche. Motivo? Un gravissimo episodio di razzismo avvenuto sabato 14 dicembre nel pronto soccorso dell’ospedale della città lombarda.

Una bambina di colore di pochi mesi è morta, forse per una “morte in culla”, ossia il decesso improvviso di un neonato, e la madre, nigeriana, ha cominciato a disperarsi, urlando e piangendo, com’è naturale che sia. “Face tacere quella scimmia” avrebbe detto qualcuno nella sala d’attesa; “tanto ne sfornano uno all’anno” avrebbe fatto eco qualcun’altro. E altri, irripetibili, insulti razzisti.

La notizia, riportata da Sondriotoday.it, è rimbalzata ovunque ed è stata ripresa anche dal Corriere della Sera, in un articolo a firma di Alessandro Fulloni e Barbara Gerosa. Ad ascoltare, casualmente, le frasi razziste, riporta il Corriere, è stata una giovane consigliera comunale di Sondrio, Francesca Gugiatti, lista civica di centrosinistra, 25 anni, maestra in una scuola primaria.

“Non stavo bene, mia mamma mi ha accompagnato in ospedale” dice Gugiatti a Corriere.it. La sua è dunque una testimonianza in presa diretta, raccolta mandando a memoria vocabolo dopo vocabolo dopo che nella sala d’aspetto hanno cominciato ad udirsi quelle grida “disperate intervallate da singhiozzi” provenienti dall’adiacente pronto soccorso.

Alla notizia della morte della bimba, un ufficiale dei carabinieri lì presente ha accusato un malore. Il militare, così come i medici e gli infermieri, non ha udito i commenti razzisti. “Erano concentrati nel tentativo di rianimare” la piccolina. Il direttore generale della Asst Valtellina Alto Lario, Tommaso Saporito, adesso scuote la testa, riporta il Corriere. Mormora poche parole: “Quando c’è di mezzo la morte la pietà deve prevalere su tutto“.