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Whatsapp scompare da milioni di smartphone, preparatevi…

Da questi primissimi giorni del nuovo anno 2020 scatta la “rivoluzione” di Whatsapp. Il popolarissimo network di micro-blogging ha deciso di abbandonare milioni di smartphone i cui sistemi operativi sono obsoleti. Come già accaduto per il BlackBerry lo scorso anno.

La popolare piattaforma di messaggistica istantanea non funzionerà più da subito su tutti i dispositivi con sistema operativo Windows Phone. Un sistema che del resto la stessa casa madre Microsoft ha deciso di abbandonare. Ma la lista si allungherà dal primo febbraio 2020.

Da quel giorno la chat non sarà più compatibile con gli smartphone con a bordo Android 2.3.7. Un vecchio sistema operativo che risale al 2010. Ma Whatsapp non sarà più disponibile neppure sugli iPhone con iOS 8 (lanciato nel 2014).

“Intendiamo concentrare i nostri sforzi sulle piattaforme mobili che usano la stragrande maggioranza delle persone – spiega il team di WhatsApp -. Sebbene questi dispositivi mobili siano stati una parte importante della nostra storia, non offrono il tipo di funzionalità di cui abbiamo bisogno per espandere le funzionalità della nostra app in futuro“.

Per chi avesse uno dei telefoni che montano questi sistemi operativi, la prima cosa da fare è salvare foto, video e documenti collegando il dispositivo al computer. La seconda è salvare le conversazioni e gli stessi contenuti multimediali su Onedrive, accedendo dalle Impostazioni.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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