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Addio a Francesco Claudio Averna, il “re” dell’amaro italiano noto nel mondo

È morto Francesco Claudio Averna, 66 anni, ex presidente dell’omonima società produttrice del noto amaro. Il decesso di Averna è avvenuto a Milano giovedì scorso 9 gennaio. La notizia è apparsa sul Corriere della Sera. L’imprenditore di Caltanissetta, 66 anni, era ricoverato all’Istituto Tumori per una malattia che non gli ha dato scampo, spiega Silvia Morosi sul Corriere.

Alcuni anni fa, nel 2012, il Capo dello Stato gli aveva assegnato l’onorificenza di Commendatore al merito della Repubblica Italiana. Averna aveva gestito la società assieme al cugino Francesco Rosario fino al 2014. Lascia la moglie Francesca e la figlia Alessandra. I funerali si svolgeranno lunedì 13 gennaio a Caltanissetta.

Soprannominato in gioventù il “Duca”, come ricorda sul Corriere Silvia Morosi, Averna ha contribuito a far diventare l’amaro un’icona di successo nel mondo. Come si spiega sul sito dell’azienda, la storia imprenditoriale della famiglia Averna comincia nel 1854. In quell’anno a Caltanissetta il commerciante di tessuti Salvatore Averna riceve dall’amico Fra’ Girolamo, frate cappuccino, una ricetta segreta a base di erbe, radici e agrumi.

Con la terza generazione — grazie ai quattro figli di Francesco e Anna Maria, Salvatore, Paolo, Emilio e Michele — arriva il successo. Nel 1958 viene creata dalla famiglia la “Fratelli Averna Spa” che, dal 1968, anche grazie alle campagne pubblicitarie, raggiunge la notorietà a livello internazionale. Una delle ultime vede nei panni di Don Salvatore l’attore hollywoodiano Andy Garcia. L’azienda Averna è stata venduta al Gruppo Campari nel 2014.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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