Cinema

“I Miserabili”, dal 12 marzo al cinema: il thriller spietato candidato agli Oscar

Ispirato alle sommosse di Parigi del 2005, “I Miserabili” di Ladj Ly arriverà al cinema dal 12 marzo 2020 distribuito da Lucky Red. Premiato dalla Giuria del Festival di Cannes e vincitore del Premio Miglior Rivelazione agli European Film Awards, I Miserabili è candidato al Premio Oscar come Miglior Film Straniero per la Francia.

“Un esordio straordinario” (Variety); “Una scossa di energia” (Theguardian); “Imponente” (La Repubblica”; “Coraggioso” (The Hollywood Reporter”); “Una bomba” (Sentieri Selvaggi); “Poetico” (Internazionale); “Tra Spike Lee e Kassovitz” (Quinlan)

Un lungometraggio d’esordio ispirato ad un classico intramontabile: Ladj Ly cita con eleganza Victor Hugo e lo riporta nella moderna periferia parigina, tra i miserabili del nuovo millennio. Adrenalina e ritmi avvincenti per un thriller senza retoriche, che non si adagia su luoghi comuni e racconta la realtà più cruda senza ricorrere mai al vittimismo.

Nessuna facile condanna muove i personaggi, tutti intenti a rincorrere una vendetta personale mentre la linea tra bene e male si fa sempre più sottile. E quando sopravvivere diventa una necessità, la citazione a Hugo si fa schietta e commossa perché “non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”.

“I Miserabili”, tutti contro tutti senza pietà – SINOSSI

Candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero e girato esattamente dove Victor Hugo aveva ambientato il suo romanzo, a Montfermeil, nella periferia a un’ora dal cuore di Parigi. I Miserabili è un thriller dal ritmo avvincente e adrenalinico. Stéphane, insieme a due colleghi veterani di una squadra anticrimine, si trova a fronteggiare una guerra tra bande, membri di un ordine religioso, ragazzini in rivolta. Un semplice episodio di cronaca diventerà il pretesto per una deflagrante battaglia per il controllo del territorio, in un tutti contro tutti senza pietà.

Ladj Ly, il regista: “La prima volta che la polizia mi ha fermato per un controllo avevo 10 anni”

Ladj Ly è al suo primo lungometraggio ma era solo un bambino quando ha iniziato ad indagare il linguaggio cinematografico con una videocamera in giro per il suo quartiere. Nato a Montfermeil (Seine-Saint-Denis) ha mosso i primi passi della sua carriera proprio all’interno del collettivo Kourtrajmé, fondato nel 1995 dai suoi amici d’infanzia Kim Chapiron e Romain Gavras. Nel cinema però ha esordito prima come attore, per poi firmare la sua regia d’esordio nel 1997, con il cortometraggio Montfermeil les Bosquets. È solo in seguito alle sommosse parigine del 2005 e alle morti dei due giovani Zyed Benna e Bouna Traoré folgorati in una cabina della rete elettrica a Clichy-sous-Bois, che Ladj Ly ha iniziato a filmare il suo quartiere per oltre un anno e dando vita ai I Miserabili:

Tutti gli elementi della storia si basano su cose realmente vissute: i festeggiamenti per la vittoria della Coppa del mondo di calcio, ovviamente, l’arrivo del nuovo poliziotto nel quartiere, la storia del drone… Per cinque anni ho filmato con la mia videocamera tutto quello che avveniva nel quartiere e soprattutto quello che facevano i poliziotti, non li perdevo d’occhio. Appena arrivavano, prendevo la videocamera e li filmavo, fino al giorno in cui ho immortalato un loro vero e proprio abuso. Anche la storia del furto del leoncino che scatena la collera dei gitani proprietari del circo che c’è nel film è reale… Ho voluto mostrare tutta l’incredibile diversità che costituisce la vita nei quartieri popolari. Abito ancora lì, sono la mia vita e mi piace filmarli. Sono il mio set cinematografico!

Quando si hanno i soldi, è facile vivere con gli altri, quando si vive in miseria, è più complicato: bisogna ricorrere a compromessi, arrangiamenti, piccoli traffici… È una questione di sopravvivenza. Anche i poliziotti sono in modalità di sopravvivenza, anche loro vivono la miseria. I Miserabili non è né «pro-delinquenti» né «pro-sbirri». Ho cercato di essere più giusto possibile. La prima volta che mi hanno fatto un controllo avevo 10 anni, per dire quanto conosco bene la polizia: ci ho vissuto fianco a fianco, ho subito un numero incalcolabile di fermi e di provocazioni.

Pulsante per tornare all'inizio