Arte e Cultura

“Belle Ripiene” al Sistina: lo spettacolo per chi ama ridere e mangiare

33 città italiane, da Nord a Sud: dopo il grande successo della scorsa stagione “Belle Ripiene” torna in scena con un lungo tour in tutta Italia. A partire da martedì 21 gennaio fino a domenica 26, l’esilarante commedia di Massimo Romeo Piparo sarà al Teatro Sistina di Roma.

Protagoniste sul palco Rossella Brescia, Tosca D’Aquino, Roberta Lanfranchi e Samuela Sardo, immerse nell’atmosfera comica e decisamente ‘rosa’ dello spettacolo: tra guai d’amore, chiacchiere sugli uomini e l’immancabile profumo del buon cibo, la cucina sarà regno e scenografia dello spettacolo. 

“Belle Ripiene” è prodotto da Il Sistina e scritto da Giulia Ricciardi, attualmente tra le autrici più attive e brillanti di commedie rosa: in scena l’umorismo si alterna al gusto della tradizione e di una buona ricetta, mentre i discorsi sui cliché tra donne e uomini contageranno il pubblico come uno spaccato di vita autentica.

Cucinare e mangiare a teatro? “Belle Ripiene” lo fa

“Belle Ripiene” non si ferma qui e porta letteralmente in scena il regno di queste quattro donne: per la prima volta in teatro le attrici cucineranno veri piatti in un’ambientazione unica con dei fornelli reali. Mentre Ida (Rossella Brescia), Ada (Tosca D’Aquino), Leda (Roberta Lanfranchi) e Dada (Samuela Sardo) si confronteranno sulle loro rispettive relazioni e le più-o-meno-realizzate esistenze, una telecamera posizionata sul palco permetterà al pubblico di seguire la preparazione dei piatte. Per ogni donna una regione: da Roma a Napoli, dal Salento all’Alta Padana.

Appositamente per lo spettacolo è stato creato lo Scrigno Belle Ripiene. Si tratta di un raviolone speciale ripieno di cime di rapa (Puglia) e guarnito con guanciale croccante (Lazio), pomodoro piennolo confit (Campania) e fonduta di stracchino (Lombardia). Nel menù non mancheranno altre prelibatezze delle rispettive tradizioni locali: dal “Risotto allo zafferano e gamberi boreali” alle “Mezzelune pere e taleggio con crema di zucca e castagne” fino alle “Perle di salmone croccante, yogurt ed erba cipollina”.

La ciliegina sulla torta finale, a questo punto, è quasi prevedibile: al termine dello spettacolo i piatti cucinati dalle attrici potranno essere assaggiati dal pubblico.

Grazie alla consulenza enogastronomica dello Chef Fabio Toso, al patrocinio della Federazione Italiana Cuochi e Cucine Lube come main partner, lo spettacolo sarà non solo un’occasione per andare a teatro, ma anche per assaggiare delle pietanze insolite e ricercate.

“Belle Ripiene”: SINOSSI

Dada, Ada, Ida e Leda sono quattro amiche che, alla ricerca di un riscatto personale, decidono di aprire un ristorante. Mentre sono in cucina in trepidante attesa di un ispettore Michelin di cui ignorano l’identità e che dovrà decidere se assegnare una Stella al ristorante, le protagoniste parlano delle loro vite, di uomini e figli, di sogni ed errori, circondate da cibo e ricette. Un episodio imprevisto però riesce a mettere in serio pericolo la sopravvivenza della loro avventura.

Massimo Romeo Piparo: “Volevo mettere insieme ciò che la gente ama fare di più, ridere e mangiare”

Ideatore e regista di una pièce tanto particolare, Piparo ha raccontato il suo approccio allo spettacolo:

“Ho cercato di interrogarmi su cosa oggi possa assumere i connotati di “novità” nel panorama della Commedia italiana di intrattenimento. Sembra che tutto sia già stato pensato, scritto, rappresentato. Ma è mettendo insieme ciò che la gente maggiormente ama fare, che ho avuto risposta ai miei quesiti e la giusta ispirazione a creare un prodotto originale: ridere e mangiare. Due grandi passioni degli italiani! In teatro si incontra gente che è venuta per ridere oppure non la si incontra perché… ha preferito andare a mangiare fuori!

Piparo fa sicuramente centro, puntando su quelle che sono effettivamente due delle passioni più radicate negli italiani. E l’escamotage per riportarli a teatro già dalla premessa sembra vincente. Fondamentale anche l’apporto di Giulia Riccardi e le scenografie di Teresa Caruso, prosegue il regista:

L’altra forte consapevolezza è che il pubblico teatrale è composto per oltre il 70% da donne. Ecco quindi come ha preso forma questo racconto, sviluppato egregiamente da Giulia Ricciardi –che di commedie femminili ne ha già parecchie al suo attivo- nato per le donne ma per divertire gli uomini. A rendere il racconto ancora più realistico (la scenografia di Teresa Caruso con una vera e propria cucina professionale “girevole” allestita sul palco, ha conferito iperrealismo a tutto il contesto) contribuiscono anche i quattro dialetti delle quattro protagoniste che idealmente riuniscono dietro i fornelli questa Italia sempre più divisa da confini e barriere. La cucina è il regno dell’imperscrutabile, un luogo inaccessibile per la maggior parte delle persone, in cui è possibile mettere a nudo le proprie debolezze e dare sfogo alle proprie frustrazioni: una sorta di lettino dello psicanalista tra uno spicchio d’aglio, del peperoncino, tanta farina e un pizzico di sale”.

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