Papa Francesco archivia la polemica sul tema del celibato dei preti. Ossia quella seguita all’emergere della possibilità che in alcune regioni amazzoniche possano essere uomini non sposati di provata fede a svolgere il ruolo di pastori delle comunità dei credenti. Comunità e popolazioni ormai pressoché prive della presenza di sacerdoti.
Una bomba mediatica
Il pontefice ha ricevuto la solidarietà di Benedetto XVI, il papa emerito coinvolto nella vicenda mediaticamente esplosa come una bomba tre giorni fa. Una bufera di non poco conto circa la presunta firma di Ratzinger sul libro fresco di uscita in Francia del cardinal Robert Sarah. L’alto prelato appare contrario alle decisioni emerse in seno al Sinodo dei Vescovi sull’Amazzonia circa l’apertura verso il sacerdozio non celibatario.
La “ritirata” di Ratzinger
Come è noto, a seguito di alcune anticipazioni di stampa, Joseph Ratzinger, 93 anni, attraverso il suo segretario particolare monsignor Georg Ganswein, ha chiesto e ottenuto il ritiro della firma come coautore del libro di Sarah. Il papa emerito si è così limitato ad acconsentire alla pubblicazione di un suo testo a difesa del celibato dei sacerdoti – e quindi ipoteticamente contrario alle decisioni del Sinodo convocato da Francesco – all’interno del volume a sola firma del cardinal Robert Sarah.
Francesco parla con Scalfari
Nel corso di un colloquio con Eugenio Scalfari, pubblicato su La Repubblica oggi 16 gennaio, emerge ora pubblicamente la posizione di Papa Francesco. Il giornalista ha incontrato il pontefice il giorno dopo le polemiche. “Il nostro Papa – scrive Scalfari – non aveva affatto preso sul serio il tentativo d’un gruppo di porporati alle spalle di Sarah. E ha accolto l’offerta amichevole e addirittura fraterna di Ratzinger il giorno prima del nostro incontro”.
“L’opposizione? È normale”
Alla domanda con quale reazione interiore stia osservando l’esistenza di un gruppo all’opposizione del suo pontificato, Bergoglio fa alcune osservazioni. “C’è sempre qualcuno contrario in un’organizzazione che abbraccia centinaia di milioni di persone in tutto il mondo”, dice. In particolare, quindi, che siano presenti degli oppositori “va considerato un fenomeno abbastanza normale in strutture del genere”.
“Aggiornarsi alla modernità”
“Sono mosso dal desiderio di una sopravvivenza attiva della nostra Chiesa – dice il papa regnante -. Occorre aggiornare il nostro spirito collettivo alla società civile e moderna”. “Le religioni, e non soltanto quella cattolico-cristiana – aggiunge – debbono conoscere molto bene e nella sua profondità culturale, spirituale, attiva, la società moderna. Una modernità che comincia quattro o cinque secoli prima di ora”.
“Autorità non vuol dire comando”
“Dio ci ha creati e tra le altre attribuzioni c’è quella della responsabilità – dice ancora Francesco -. Quindi religiosità, responsabilità, consapevolezza ma anche ambizione, collera, amore ma anche odio del prossimo, nella sostanza l’anima nostra contiene aspetti positivi e altri negativi. Rispetto a chi? Al prossimo che rappresenta spesso i più deboli e più poveri rispetto ai ricchi e ai forti”. E parlando di autorità, Bergoglio ricorda che “non è comando ma coerenza e testimonianza. Gesù aveva autorità perché era coerente in quello che insegnava e quello che faceva, nel come viveva. L’autorità si fa vedere in questo: coerenza e testimonianza”.