Arriverà giovedì 23 gennaio nei cinema italiani Figli, il film con Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi, ideato da Mattia Torre – geniale e indimenticabile sceneggiatore morto lo scorso 19 luglio, dopo una lunga malattia – e portato a termine dal regista Giuseppe Bonito. Il lavoro cinematografico prende le mosse da uno splendido monologo – dal titolo I figli invecchiano – scritto proprio da Torre, e divenuto famoso e virale dopo lo stesso Mastandrea lo aveva recitato in televisione, ospite del programma E poi c’è Cattelan.
Figli racconta la storia di Nicola (Valerio Matandrea) e di Sara (Paola Cortellesi), una coppia affiatata. Da tempo marito e moglie, i due hanno messo al mondo una bambina che ha ormai sei anni. Tutto sembra procedere a gonfie vele fin quando nella loro vita piomba un secondo figlio. E tutte le certezze dei due coniugi sembrano improvvisamente sgretolarsi: crescere un’altra creatura sembra essere un’impresa titanica nell’Italia della natalità zero, della diffusissima precarietà, soprattutto se addosso si ha qualche anno in più. L’unica salvezza sembra essere l’assunzione di una baby-sitter, ma la ricerca si dimostra essere più ardua del previsto.
Nel cast anche Stefano Fresi, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Andrea Sartoretti, Massimo De Lorenzo, Gianfelice Imparato, Carlo de Ruggeri e Betti Pedrazzi.
Figli non è solo un’idea – splendida – di Mattia Torre, ma è anche e soprattutto la sua eredità, il suo testamento impertinente. Un distillato della sua vita. È il lavoro ultimo di un uomo geniale, co-autore di quella che non abbiamo il timore di definire la serie televisiva italiana più riuscita, Boris. Ed è proprio sul set di Boris che lo sceneggiatore ha collaborato per la prima volta con Giuseppe Bonito, dove era allora aiuto alla regia.
«Per Figli – ha dichiarato il regista del film – Mattia aveva bisogno di qualcuno che facesse da sostegno, ma che avesse anche con lui qualche legame personale. Il mio primo film era molto drammatico e non ho figli, quindi per me approcciarmi al progetto è stata vera fantascienza. Quando gli chiesi come mai mi aveva scelto rispose “Non chiedermi perché”. C’è sempre stata una collaborazione continua tra noi, da ultimo sono stato nella seconda unità della serie La linea verticale. Ma, la realtà, è che tra noi c’è sempre stato un contatto molto istintivo».
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