Una scritta antisemita di stampo nazista è comparsa nella notte fra il 23 e il 24 gennaio sulla porta di un’abitazione a Mondovì (Cuneo). Una scritta infame uguale a quelle che bollavano le case degli ebrei perseguitati dai nazifascisti.
Ad accorgersi dell’accaduto è stato Aldo Rolfi, figlio di Lidia Beccaria Rolfi, partigiana deportata nel lager tedesco di Ravensbrück nel 1944, una delle grandi voci dell’orrore dei lager. La scritta “Juden hier”, “qui ci sono ebrei”, come nelle città tedesche durante il nazismo, è comparsa sulla porta della casa dove la donna ha vissuto sino alla morte, nel 1996, e dove adesso vive il figlio. Peraltro la famiglia non è neppure di origine ebraica. La via dove sorge la casa è intitolata proprio a Lidia Beccaria Rolfi.
I proprietari dell’abitazione hanno denunciato l’episodio ai carabinieri. Indaga anche la Digos di Cuneo. Nella serata del 24 gennaio si è svolto un presidio con centinaia di persone sotto casa Rolfi (il video che vi mostriamo è tratto dall’account Twitter di @Vivianabillo). L’associazione “MondoQui” – riporta il sito Targatocn.it – ha espresso in queste ore condanna e rammarico. “Quello compiuto stanotte, proprio a ridosso del Giorno della Memoria (il 27 gennaio, ndr.), è un atto che ci rattrista, perché specchio di una tendenza politica e civile che sta investendo tutto il paese. Con sbocchi di odio e aggressività nei confronti dell’altro”.
Staffetta partigiana, dopo la deportazione, Lidia Beccaria Rolfi lavorò per l’Istituto Storico per la Resistenza di Cuneo e per l’Associazione nazionale ex deportati. Nel 1978 scrisse Le donne di Ravensbrück. Si trattò della prima opera in italiano sulla deportazione femminile nei campi di concentramento della Germania nazista. Nel 1997 uscì (postumo) Il futuro spezzato, un saggio sull’infanzia durante la dittatura, con l’introduzione di Primo Levi.
“La scritta ‘Juden Hier’ (‘qui c’è un ebreo’) apparsa a Mondovì sulla porta di casa dove ha vissuto Lidia Beccaria Rolfi, deportata politica, e dove oggi vive il figlio, è un segnale gravissimo di intolleranza e provocazione proprio nei giorni in cui ricordiamo la Shoah”, ha dichiarato Milena Santerini, coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo.
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