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Coronavirus, l’epidemia cresce in Cina: il governo di Pechino “chiude” il Paese

Aumenta nel mondo la preoccupazione per il coronavirus 2019-nCoV proveniente dalla Cina. Come è noto la scorsa settimana si è diffusa massicciamente la notizia di un virus, forse passato all’uomo dai serpenti, che ha colpito duramente la metropoli di Wuhan. Cominciano a verificarsi sporadici casi anche in Europa. Adesso però la diffusione del coronavirus accelera.

La Commissione sanitaria nazionale cinese ha dichiarato che i casi d’infezione accertati sono saliti a 4.515 unità. Quasi il doppio in sole 24 ore rispetto alle 2.744 unità di ieri 27 gennaio. La commissione ha confermato 26 nuovi decessi, a quota 106 totali. Le autorità calcolano quasi 7.000 casi sospetti in attesa di conferma.

In considerazione dell’epidemia i cittadini cinesi sono inviati a evitare i viaggi all’estero. Questo per garantire “salute e sicurezza” di cinesi e stranieri. Secondo la National Immigration Administration di Pechino la riduzione dei movimenti trans-frontalieri può aiutare a prevenire e controllare la diffusione della polmonite causata dal coronavirus 2019-nCoV.

Il governo della Repubblica popolare ha deciso intanto il rinvio sine die – cioè a data da destinarsi – dell’inizio del secondo semestre per scuole e università. L’obiettivo è quello di contenere l’epidemia del coronavirus di Wuhan limitando al massimo spostamenti e possibilità di contagio. E c’è un primo caso confermato di virus in Germania. Lo rendo noto il ministero della Salute bavarese. “Un uomo della zona di Starnberg è stato infettato dal nuovo virus” ed “è stato posto sotto controllo medico e in isolamento,” ha spiega un portavoce del dicastero.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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