Elton John e Song For Guy: quando Gianni Versace gli disse…
A Single Man fu il dodicesimo album in studio di Elton John, pubblicato nell’ottobre del 1978 e fu il primo in cui non collaborò Bernie Taupin, sostituito da Gary Osbourne. Taupin era il paroliere, amico e collaboratore per eccellenza di Sir Elton John, che fu insostituibile fino a quel momento.
Con quel tour, Elton John fu il primo artista pop occidentale ad esibirsi nell’Unione Sovietica, con quattro concerti a Leningrado e quattro a Mosca. Proprio di recente è uscito Live in Moscow 1979, album che racconta dell’esperienza russa, che si concluse alla Rossiya Hall il 28 maggio 1979, con il solo accompagnamento del percussionista Ray Cooper.
L’ultimo brano di A Single Man fu la composizione, lunga sei minuti e mezzo, intitolata Song For Guy. Nella sua autobiografia pubblicata lo scorso anno, Me, Elton John ha raccontato un aneddoto che racconta di come la composizione venne creata:
Una domenica a Woodside (ndr, la sua residenza), depresso e strafatto, scrissi un brano strumentale che rifletteva il mio umore, cantandoci sopra un unico verso: ‘Life isn’t everything’. L’indomani mattina seppi che un ragazzo di nome Guy Burchett che lavorava per la Rocket (ndr, l’etichetta discografica di proprietà di Elton, ora chiusa) era morto in un incidente di moto quasi nello stesso momento in cui stavo scrivendo il brano. Decisi di intitolarlo “Song For Guy”. Non avevo mai composto nulla di simile: la mia casa discografica americana si rifiutò di pubblicarlo come singolo – mandandomi su tutte le furie -, ma in Europa fu una hit clamorosa.
Elton John e il misunderstanding di Gianni Versace
Elton John ha rivelato anche un curioso aneddoto legato a Gianni Versace, fan accanito della canzone, ma per un motivo che non si rivelò del tutto reale:
Anni dopo, quando conobbi Gianni Versace, mi disse che era la sua preferita fra le mie canzoni. Non faceva che ripetermi quanto la trovava straordinariamente coraggiosa. Secondo me esagerava un po’; era insolita, certo, ma non l’avrei definita ‘coraggiosa’. Poco dopo scoprii che Gianni aveva capito male il titolo: “Song for a Gay”.
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