Sale a 425 il numero delle persone uccise dal coronavirus in Cina. I contagi confermati sono cresciuti di 3.235 unità, superando quota 20mila (la Cina è il paese più popolato al mondo: vivono lì un miliardo e quattrocentomila persone).
Si registra intanto il primo morto da coronavirus nella provincia autonoma di Hong Kong, dove infuria una forte polemica politica sulla chiusura dei confini con la Cina continentale. L’ex colonia inglese fu colpita in maniera molto pesante dall’epidemia di Sars del 2003, con 299 decessi sui quasi 800 complessivi.
Una portavoce dell’ospedale Princess Margaret di Hong Kong ha confermato la morte di un uomo di 39 anni, le cui condizioni erano peggiorate nelle ultime ore. Secondo quanto riferito dal South China Morning Post, l’uomo è morto a causa di un infarto.
La situazione comincia a farsi pesante anche in Giappone. Le autorità hanno messo in quarantena circa 3.500 persone – tra passeggeri e membri di equipaggio – . Si tratta di passeggeri a bordo di una nave da crociera nel porto di Yokohama. Uno viaggiatori ha contratto il coronavirus. A quanto sembra l’uomo, ottantenne, aveva preso un volo dalla Cina al Giappone a metà gennaio, quindi si era imbarcato sulla Diamond Princess a Yokohama e poi era sbarcato a Hong Kong sabato scorso.
Sulla nave sono saliti decine di ufficiali sanitari per controllare lo stato di salute dei passeggeri e dei membri dell’equipaggio. Secondo l’agenzia Kyodo, almeno sette persone hanno manifestato sintomi influenzali. Al momento in Giappone si registrano 20 casi di contagio da nuovo coronavirus.
Per quanto riguarda l’Europa, si è verificato il primo caso di contagio in Belgio. Si tratta di un cittadino belga rientrato domenica scorsa da Wuhan, la città cinese da cui si è sviluppata l’epidemia. Il paziente si trova all’ospedale universitario di Bruxelles “in buone condizioni e per il momento non presenta alcun sintomo della malattia”. Gli altri otto belgi rimpatriati da Wuhan, epicentro del focolaio di coronavirus, sono risultati tutti negativi ai test.
I contagiati al di fuori della Cina al momento sono 152. Aumenta il numero di persone guarite e dimesse, altro dato atteso, sono 635. Ieri il presidente Xi Jinping ha presieduto a una riunione dei vertici del Partito comunista, minacciando punizioni per i funzionari che non si dedicano al contenimento dell’epidemia. Ma ha anche chiesto loro di sostenere la riapertura delle industrie che in molte parti del Paese è fissata per lunedì prossimo.