Coronavirus, caso sospetto su un bimbo in Sardegna: famiglia isolata in casa
Non solo a Verona. Un sospetto caso di contagio da coronavirus cinese è sotto l’attenzione dei medici in Sardegna. Mentre nella città veneta si è disposto il ricovero di un’addetta alle pulizie di un albergo, nel Nord della Sardegna un bambino con sintomi influenzali è stato isolato in casa con la famiglia. Erano appena tornati da Pechino. I medici eseguiranno i test specifici a domicilio. Se i risultati delle analisi dovessero rivelarsi positivi, la famiglia sarà ricoverata nel reparto Malattie infettive dell’Azienda ospedaliero-universitaria (Aou) di Sassari. Proseguono intanto i test preliminari condotti vitro in un laboratorio dell’Università di Zhejiang, in Cina, per affrontare il coronavirus.
A caccia dei farmaci più efficaci
I test hanno mostrato che due farmaci, l’Abidol e il Darunavir, potrebbero rivelarsi efficaci. A effettuare la scoperta i ricercatori al seguito della professoressa Li Lanjuan, secondo quanto riporta il quotidiano cinese Changjiang. Li, che è anche docente alla Zhejiang University, ha spiegato di aver portato personale medico nella provincia di Hubei, epicentro dell’epidemia. L’obiettivo era quello di fornire cure di emergenza ai pazienti infetti. La ricercatrice ha quindi spiegato di non ritenere che il farmaco Kelizhi – un anti Hiv attualmente usato per curare le persone contagiate -, sia realmente efficace. Presenta anzi una serie di effetti collaterali. La professoressa ha quindi chiesto che i due medicinali Abidol e il Darunavir siano inseriti nel programma di cure elaborato dalla Commissione sanitaria nazionale cinese per far fronte al nuovo coronavirus.
L’Oms e il test per l’Europa
La notizia in arrivo dalla Cina è positiva e fa il paio con la messa a punto del test europeo per diagnosticare il coronovirus. Come VelvetMag ha raccontato, i ricercatori dell’Università di Padova – membri del laboratorio di virologia dell’Università di Padova – hanno realizzato un esame che risponde alle caratteristiche indicate dalla Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Il tutto nell’ambito della rete di laboratori europei Envid (European Network for Diagnostics of ‘Imported’ Viarl Dideases). Un’organizzazione specializzata nello studio dei cosiddetti “virus da importazione”, come quelli di Febbre del Nilo Occidentale e Dengue.