Una mostra curiosa che merita di essere vista solo per il felice accostamento tra arte antica e arte contemporanea, il quale, si sa, genera sempre risultati sorprendenti. Della materia spirituale dell’arte – la collettiva aperta al MAXXI di Roma fino all’8 marzo 2020, a cura di Bartolomeo Pietromarchi – prende le mosse da una serie di interrogativi a cui si cerca di rispondere tramite l’arte. Cosa significa oggi parlare di spirituale? In un mondo dominato dal digitale e dalla tecnologia, quale e quanto spazio viene lasciato alla spiritualità? Esiste ancora un’esigenza di avvicinarsi al trascendentale?
Ecco quindi che diciannove artisti di fama internazionale si sono confrontati su questo tema, nel tentativo di fornire delle interpretazioni personali; i loro nomi sono: John Armleder, Matilde Cassani, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Elisabetta Di Maggio, Jimmie Durham, Haris Epanimonda, Hassan Khan, Kimsooja, Abdoulaye Konaté, Victor Man, Shirin Neshat, Yoko Ono, Michael Rovner, Remo Salvadori, Tomás Saraceno, Sean Scully, Jeremy Shaw e a Namsal Siedlecki.
Le loro opere – realizzate per la maggior parte nell’ultimo biennio e ripensate appositamente per gli spazi del MAXXI – sono esposte accanto a diciassette straordinari reperti archeologici etruschi, romani e di produzione laziale, provenienti da quattro musei importanti della città: Musei Vaticani, Museo Nazionale Romano, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e Musei Capitolini. I reperti risalgono a un periodo compreso tra l’VIII sec a.C. e la fine del IV sec d.C., ovvero dalle origini di Roma sino al momento in cui il Cristianesimo diventa religione di Stato, e sono quindi rappresentativi del percorso che conduce dal mondo arcaico a quello premoderno, dalla dimensione collettiva del sacro in era pagana all’affermarsi di una dimensione più individuale dello spirituale in età post classica.
Installazioni, video e fotografie che coinvolgono più sensi entrano in stretta relazione con oggetti antichi, come per esempio una coppia di Pavoni dei Musei Vaticani, il Fegato dello Scasato di Villa Giulia, lo Scarabeo alato dei Musei Capitolini, la Collana con Chrismon e la Statua Leontocefala – entrambe del Museo Nazionale Romano – e la Gemma della dea Roma dei Musei Capitolini – Fondazione Santarelli.
«Ho voluto moltissimo questo progetto – ha dichiarato Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione MAXXI – che nasce dalla mie chiacchierate con Lea Mattarella, ed è dedicato a lei. Non è stato facile definirne il profilo e i confini, ma sono certa che questa mostra contribuirà ancora di più ad ampliare il perimetro della ricerca, artistica e ideale, del “laboratorio” MAXXI. Sono convinta che la domanda aperta sulla natura spirituale della persona, al di là di ogni dogma religioso, sia una domanda che chiede urgentemente di essere posta all’uomo contemporaneo.
Della materia spirituale dell’arte comprende un catalogo edito da Quodlibet che comprende i contributi testuali di Andrea Carandini, Padre Paolo Benanti, Stefano Catucci, Raffaella Frascarelli e Riccardo Venturi. L’apparato critico presente nel libro è inoltre alla base del pensiero curatoriale-espositivo della mostra, il cui percorso visivo-fotografico sarà a cura di Agostino Osio (Alto Piano studio, Milano).
Della materia spirituale dell’arte
A cura di Bartolomeo Pietromarchi
17 ottobre – 8 marzo 2020
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Via Guido Reni 4a-8, 00196 Roma
Orari: mercoledì, giovedì, domenica 11.00 – 19.00; martedì, venerdì, sabato 11.00 – 20.00; chiuso il lunedì. Ingresso consentito fino a un’ora prima della chiusura
Biglietti: €12 intero; € 9 ridotto; € 5 last hour (merc. giov. dom. dalle 17.30; mart. ven. sab. dalle 18.30)
I martedì di Enel: per tutto il periodo di mostra, ogni martedì biglietto ridotto grazie a Enel Tel +39 320.19.54