Rita Pavone, per lei sempre e solo applausi [INTERVISTA ESCLUSIVA]
Avrà pure sollevato, prima del Festival di Sanremo, le critiche dei “malati di politica” dalla tastiera facile che le hanno dato della “sovranista”; ma Rita Pavone durante la kermesse canora ha dimostrato ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, di che pasta è fatta. Quella degli artisti veri, interessati solo alla musica e alle emozioni che questa suscita. Tutto il resto è banale contorno.
Applausi al Festival, nonostante il diciassettesimo posto, con “Niente. Resilienza 74”. Applausi a Domenica In, con tanto di “standing ovation”. Ovunque vada Rita Pavone riscuote sempre il medesimo successo. Perché è impossibile non percepire il fatto che sia una vera artista, di quelle che per più di cinquant’anni hanno saputo stare sulla cresta dell’onda e che, a settantaquattro anni, sono ancora un esempio per i cantanti più giovani.
Non a caso un collezionista di “allori” e consensi come Fabio Rovazzi l’ha voluta nel suo video “Faccio quello che voglio”, insieme a Gianni Morandi, Eros Ramazzotti, Nek, Emma Marrone. Rita “la rossa” sul palco ha l’energia di una ragazza, capace di far emozionare rimettendosi in gioco in qualsiasi momento.
“Mi dicono che sono un’icona senza età”, racconta lei a Velvet Mag, “ma so benissimo che gli anni mi si leggono sul viso. Ma non mi importa nulla, mi sento venti, trent’anni al massimo e ho un’energia che mi permette di fare tutto quello che voglio. Da dove viene? Dall’amore per il mio lavoro, che non considero un lavoro ma un divertimento. Questa forse è la formula magica che rende tutto facile”.
Intervista esclusiva a Rita Pavone
Sono più di cinquant’anni che può contare su quest’energia.
Io dico sempre che ognuno di noi è figlio del proprio tempo. Vengo da una realtà del dopoguerra che era molto diversa dalla realtà di oggi. Non si può fare un confronto tra una ragazza di oggi e quello che io ero ieri. Tutto è cambiato, non so se in meglio o in peggio, questo lo lasceremo dire ai posteri. Però in tutte le cose che ho fatto ho cercato di seguire una linea di condotta che mi era stata inculcata dalla mia famiglia.
La sua famiglia è stata molto importante per lei.
“Si, per la carriera ma soprattutto per la vita. La famiglia ti insegna come ci si comporta, quali sono i valori da tenere bene a mente. E’ come con l’abito bianco delle spose: non si mette solo perché ti sta bene ma anche perché è il simbolo dei tanti insegnamenti che ti ha dato la famiglia, come la purezza, la generosità, l’onestà. Oggi molti di questi valori sembrano non valere più niente e questo è un errore: dovremmo riappropriarcene, perché la vita così ha un senso, è migliore”.
Lei ha insegnato questi valori ai suoi figli?
“Certamente, non avrei potuto crescere i miei ragazzi senza questi principi. A noi, cioè a me, mio marito e i miei figli, non piace entrare in conflitto, crearci rogne. Viviamo tranquilli, ci si diverte moltissimo, si cerca ancora oggi di fare qualcosa insieme, di parlare e di scambiarci emozioni, pensieri, informazioni. Sono molto orgogliosa dei miei figli. Il primo, Alessandro, oè n giornalista politico per una testata Svizzera. E’ serio e preparato, ha la schiena dritta ed è molto informato e competente. Giorgio, il secondo, è un musicista nel senso che non è come me che canto solo, lui suona tutti gli strumenti”.
E’ quello che porta avanti la tradizione di famiglia.
“E’ inevitabile. Giorgio ha abbracciato la musica perché in casa da noi si è sempre respirata quest’aria. Per me è normale vedere, per esempio, che il figlio di un attore faccia a sua volta l’attore, perchè di quello di parla tra le quattro mura, di quello si vive. Giorgio scrive, compone, suona, canta. Infatti la canzone di Sanremo me l’ha scritta lui. Cantarla per me è motivo di grande orgoglio”.
Anche i suoi figli sono orgogliosi della mamma e dell’artista Rita Pavone: è sulla cresta dell’onda da più di mezzo secolo
“Per alcuni oggi in Italia questo è uno svantaggio. E’ una mentalità puramente italiana, se hai tanta esperienza sei solo vecchio. Invece all’estero non si fanno mai calcoli anagrafici su un artista. Una volta che quell’artista è arrivato in alto, diventa intoccabile, un classico, un grande. Nessuno più ti mette in dubbio perché ormai hai mostrato quello che sai fare. Aveva Ragione Eduardo De Filippo: in Italia gli esami non finiscono mai, devi sempre dimostrare qualcosa”.
A proposito di grandi artisti: qual è la musica che piace a Rita Pavone
“Lo dico con grande franchezza, amo la musica rock degli anni sessanta, i grandissimi come Fats Domino, antesignano del rock and roll. Quella di oggi la conosco davvero poco ma, dopo averne ascoltato da vicino parecchia a Sanremo, mi è venuta voglia di saperne di più. L’ho detto che un artista non smette di evolversi, e soprattutto, se vuole avere sempre nuovi stimoli, non smette mai di imparare.
Photo Credits: Rita Pavone Facebook