E pensare che gli oroscopi nemmeno li leggeva, e le uniche stelle che riempivano le sue giornate erano quelle della costellazione dello spettacolo. Sì, perché la scoperta dell’astrologia per Simon and the Stars (al secolo Simone Morandi) è stato un evento sicuramente fortunato ma anche del tutto fortuito, in una vita fatta di attori, registi, scrittori.

Oggi è un “astro-blogger” (come si autodefinisce) tra i più conosciuti, con una pagina web (https://www.simonandthestars.it/) tra le più cliccate, quattro libri all’attivo e un profilo Facebook che conta oltre 260.000 follower.

Ciò che più colpisce incontrandolo è il suo sorriso aperto e sincero, il suo approccio amichevole e caloroso, e la sua curiosità nel voler capire il prima possibile il segno zodiacale del proprio interlocutore. Segno che intuisce e capisce dopo pochissime parole.

Avvocato di professione (specializzato in diritto d’autore, ma anche agente di vip dell’entertainment), Simon incontra l’astrologia da grande, per caso, grazie a una cena di compleanno in cui conosce Luisa De Giuli (all’epoca astrologa del TG5). Da lì a diventare un esperto delle stelle (dapprima grazie alla lettura di libri sull’argomento, poi con corsi all’estero e l’approfondimento della materia in tutti i modi) il passo è brevissimo. E i risultati si vedono in poco tempo, e si manifestano in particolare con l’apertura della sua pagina dedicata ai suoi oroscopi.

VELVET: Le stars del tuo nome d’arte si riferiscono anche alle stelle del cinema con le quali hai lavorato e continui a lavorare?

SIMON AND THE STARS: Il mio nome nome d’arte è stato creato da Claudio Roe, con cui lavoro: è un gioco di parole, di natura scherzosa, che si riferisce al fatto che prima di fare l’astrologo avevo sempre lavorato con le stelle del cinema.

La prima volta che ho sentito questo pseudonimo mi è scattata una risata, mi è sembrato un gioco di parole divertente, anche scanzonato. Mai avrei pensato che “Simon and the Stars” sarebbe diventato un brand: se lo avessi immaginato forse ci avrei pensato un po’ più a lungo, lo avrei analizzato di più. Siccome tutto è nato come un gioco, anche il mio nome d’arte, me lo sono tenuto.

Simon and the Stars, dalla professione di avvocato a quella di astrologo di successo

VELVET: Tutto è nato per caso, come un gioco, ma poi è diventato un lavoro…

SIMON: Sì, è diventato un mestiere molto più di quanto lo sia stato qualsiasi altra cosa abbia fatto in passato. È un mestiere creativo, divertente ma anche molto pressante.

Da un lato il cielo è sempre in movimento, quindi c’è sempre qualcosa di nuovo da descrivere; dall’altro il mio pubblico è molto vorace, per cui ho sempre un sacco di lavoro da fare (l’oroscopo settimanale, quello mensile, gli approfondimenti che sviluppo quando i pianeti cambiano di segno). Chiaramente è un privilegio poter avere dei lettori così affezionati e voraci, ma a volte è difficile accontentarli, si vive costantemente con qualche scadenza.

VELVET: Come mai non fai oroscopi quotidiani ma solo settimanali, mensili e annuali? Quelli quotidiani non sono attendibili? Non sono validi?

SIMON: Le ragioni sono varie. La prima è di gestione del tempo: sarebbe per me impossibile avere dodici contenuti al giorno, 360 al mese, c’è sempre il rischio o di entrare in una macchina da cui si esce distrutti, o di delegare il lavoro ad altri (e questa è una cosa che io non voglio fare). Il pianeta Simon si spinge sino al punto della sostenibilità di qualcosa di artigianale, non deve diventare una redazione che scrive. La seconda ragione è che l’oroscopo quotidiano è un contenuto che la gente chiede tantissimo, ma di giorno in giorno nel cielo astrale si sposta solo la Luna: c’è il rischio di riempire la pagina a tutti i costi, senza dei reali contenuti, e io non ci credo tanto.

La legge e l’astrologia: un legame inaspettato

VELVET: Nasci come avvocato, per poi diventare astrologo in modo quasi casuale. Cos’hanno in comune la legge e l’astrologia?

SIMON: Secondo me ci sono dei punti in comune tra le due discipline. Entrambe sono basate sull’interpretazione simbolica, ed hanno un lato rigoroso e uno fantasioso. La legge è fatta in modo tale che possa abbracciare tutta una serie di situazioni, e nel momento in cui il legislatore la emana possa essere adattabile a chiunque si trovi in quella condizione (altrimenti sarebbe un provvedimento destinato a una persona specifica).

Per capire se una legge è applicabile o no, un giudice molto spesso ragiona per analogie: è chiaro che una norma, per essere applicabile, deve abbracciare situazioni che sono uguali nella sostanza pur essendo diverse nella forma, quindi il legislatore è colui che capisce il senso della norma e dove si deve applicare o meno.

L’astrologia è simile nel senso che c’è una certa associazione di idee: quando, ad esempio, parliamo di “Saturno contro”, è chiaro che ci riferiamo a cose non proprio positive, ne abbiamo tutti un po’ paura. Bisogna capire cosa significa nel concreto, come si traduce nel lato pratico, e questo prevede tutta una componente immaginativa che si va ad aggiungere a quella logica. Legge ed astrologia sono due sistemi simbolici in qualche modo, sistemi di regole, quindi uno che è abituato a studiare diritto è attratto da tutto ciò che è un sistema regolato.

L’astrologia è così perché nasce dal campione statistico più antico della storia, se è vero che sono 6000 anni che la gente osserva le correlazioni tra i segni, le loro caratteristiche, i transiti astrali e i loro effetti, e le redige in un sistema in cui c’è tanto da lavorare anche con la fantasia, l’immaginazione, l’osservazione.

“L’oroscopo 2020” di Simon and the Stars, tra i più venduti nel suo genere

VELVET: Quanto c’è di scientifico e quanto di esoterico nell’astrologia?

SIMON: Di scientifico c’è la base di partenza della posizione e dei transiti dei pianeti: l’astrologia parte da un sistema che è quello delle effemeridi astronomiche elaborate proprio da scienziati come gli astronomi.  L’astronomia (quindi la scienza) e l’astrologia si separano nel momento in cui l’astrologo dà a queste posizioni astrali un effetto, un significato che è metafisico. Lì le due strade si separano, però sul dato di partenza (il cambio di segno, dei pianeti, certi allineamenti tra i pianeti) c’è sempre concordia.  C’è poi un lato parascientifico dell’astrologia che è quello della statistica, e nasce da un’osservazione empirica di certi ritorni che poi sono stati codificati. Chiaramente ciò non è spiegabile scientificamente.

VELVET: Hai affermato che quando hai iniziato a studiare astrologia ti sei quasi spaventato per il fatto che tutto tornava. Ricordi quella sensazione? Cosa ti ha sorpreso di più? Cosa ti ha esaltato?

SIMON: È una sensazione che continuo a provare ogni giorno, è qualcosa di cui non ci si libera. A differenza di qualsiasi altro argomento che si abbraccia per curiosità e passione, l’astrologia ci riguarda talmente nel profondo che, paradossalmente, più si trova che è fondata, più ci si spaventa.

Ricordo ad esempio che, appena ho iniziato a studiare gli astri e mi capitava di imbattermi in un aspetto dissonante di Saturno, cercavo di prefigurami cosa sarebbe potuto succedere. Siccome in astrologia quasi tutti i pianeti formano degli aspetti che hanno già composto in passato, sono andato a vedere cosa fosse accaduto la volta precedente in cui questo evento era successo: quando ho trovato una coincidenza di eventi a distanza di tempo, chiaramente mi sono un po’ spaventato, mi è partito il loop dell’ansia.

In realtà quel transito ha portato a me alcune difficoltà oggettive, ma mi ha spinto anche ad aprire la pagina di “Simon and the Stars”, a cambiare identità con grande soddisfazione. Non bisogna mai essere affrettati nell’etichettare un transito faticoso come positivo o negativo, l’astrologia non ragiona mai in termini di positivo o negativo. Ragiona in termini di impegno, di frutto, di fatica, di ricompensa di altre variabili che non hanno mai una polarità positiva o negativa.

Simon and the Stars, da avvocato esperto di diritto d’autore ad astrologo di successo

VELVET: Prima di appassionarti così tanto allo studio delle stelle, che rapporto avevi con l’oroscopo? Lo leggevi? Ti interessava?

SIMON: No, il mio rapporto con l’oroscopo era praticamente nullo, mentre avevo una grande curiosità nei confronti dei segni zodiacali. Ero molto fiero del mio (Acquario ascendente Leone), c’erano dei segni di cui conoscevo molte persone e di cui empiricamente avevo capito il senso, altri di cui non sapevo nulla, ma ero a digiuno.

Dopo aver abbracciato completamente la disciplina, mi sono reso conto che in realtà tutto quel sistema di pensiero che mi portavo dietro sin da piccolo era astrologia, ma io non lo sapevo. Tendevo a notare i ritorni di certi eventi, la ciclicità di alcuni fatti, avevo una sensibilità, curiosità e propensione a studiare queste cose. Avevo anche un forte senso dei corsi e dei ricorsi nel mio piccolo, non sapevo che quella fosse astrologia sotto mentite spoglie, quindi quando ho iniziato a studiarla è come se avessi trovato la veste giusta per esprimere qualcosa che già conoscevo bene.

Simon and  the Stars tra astrologia e diritto, due discipline fatte di rigore e interpretazione

VELVET: In che modo l’astrologia ti ha cambiato la vita, oltre al fatto che ormai fai più l’astrologo che l’avvocato? E in che modo l’astrologia condiziona la tua vita?

SIMON: È difficile da dire, credo accada anche se non in maniera del tutto cosciente. Ne sono praticamente immerso, scrivo sempre, ed è come vivere guardando costantemente l’orologio: sai sempre che ora è, e questo ti impedisce quell’ozio in cui non sai cosa sta accadendo.

Per quanto riguarda le mie scelte, tengo conto dell’oroscopo ma in minima parte, cerco di non farmi condizionare. Secondo me anche questo è il senso di un oroscopo fatto bene: ti deve dare un’immagine del momento che stai attraversando, ma poi ogni scelta resta pienamente nelle tue mani, in totale consapevolezza. È un po’ come usare le scale mobili: si può sempre pensare di salire utilizzando le scale che scendono contro mano, ma lo si deve sapere, è necessario avere coscienza di dover usare la spinta in un certo modo.

VELVET: Nei tuoi oroscopi c’è anche tanta creatività, poiché spesso fai l’abbinamento tra i segni e i film, ad esempio, o tra i segni e le automobili. Da dove nascono queste idee? E anche in questo caso, quanto studio ci vuole?

SIMON: È un po’ il mio modo di essere, probabilmente. L’abbinamento con il cinema nasce dal mio amore particolare per quest’arte, ed è diventato una specie di marchio di fabbrica, una cifra stilistica. Sono convinto che il ragionamento che sottende l’astrologia somigli molto al “se fosse”, il gioco che facevamo da bambini.

Il concetto è pensare, ad esempio: se l’Ariete fosse una macchina, che macchina sarebbe? Se fosse un personaggio de “Il Trono di Spade”, quale sarebbe? Secondo me questo tipo di ragionamento da una parte aiuta a focalizzarci sulle caratteristiche del segno in maniera più fantasiosa, dall’altra ad agganciarlo a un riferimento che è chiaro per tutti.

Il concetto è sforzarsi di trovare delle immagini che appartengano al vissuto di tutti, e siano estranee all’astrologia, e associarle ai segni. Per questo dico che c’è una similitudine con il “se fosse” che facevamo da bambini, perché poi in realtà da piccoli saremmo tutti programmati per questo tipo di ragionamento simbolico; poi ce lo perdiamo per strada, ma ce l’abbiamo di default tutti quanti.

VELVET: A coloro che sono completamente contrari all’astrologia, che la ritengono una disciplina del tutto inutile e non attendibile, cosa rispondi?

SIMON: Da un punto di vista personale dico che la pretesa di sapere come andranno le cose non la può avere nessuno; se però un oroscopo contiene un’ispirazione, uno spunto riflessione e spinge a rallentare e a pensare su un po’, ha comunque vinto. Considerando l’oroscopo puramente letterario, levandogli qualunque pretesa di indovinare il futuro, se è qualcosa che aiuta ben venga.

Se vogliamo essere completamente agnostici, e dire che non c’è nessuna verità di fondo, allora direi che io e uno scettico siamo almeno ad armi pari: per me è impossibile provare che l’oroscopo sia vero, per lui è impossibile provare che sia falso.

Simon and the Stars, tra contratti ad artisti e carte astrali

VELVET: Sappiamo che il 2020 è l’anno dei Pesci, ma che anno sarà per l’Italia?

SIMON: Poiché si considera che la data di nascita dell’Italia è il 2 giugno, il nostro paese è del segno dei Gemelli. In quanto Gemelli, il nostro Paese si lascia alle spalle 5 anni durissimi, di opposizione prima di Saturno e poi di Giove; comunque sia, andiamo verso una ripresa.

Il 2020 è un anno cardine, in cui tutti i pianeti che sono stati in opposizione ora sono nell’ottava casa, quella che regola tutto ciò che è nascosto sotto la superficie e va portato a galla. Secondo me l’Italia, prima ancora delle elezioni, deve preoccuparsi della legge elettorale, perché finché rimane valida quella in vigore, probabilmente le elezioni non porteranno mai a una maggioranza che permetta di governare stabilmente.

Sempre a proposito del “portare a galla ciò che non lo è”, bisogna combattere l’evasione fiscale e tenere a casa i cervelli che tendono ad andarsene. Probabilmente il 2020 è un anno in cui questi temi saranno fondamentali per l’Italia, e dal punto di vista simbolico il laureato che se ne va all’estero è proprio come l’evasione fiscale: sono due risorse che dovrebbero essere sul tavolo ma non ci sono, sono state perse, e quindi è fondamentale andarle a riacchiappare.