In concomitanza con Arte Fiera si sono aperte molte mostre interessanti a Bologna, tra le quali AGAINandAGAINandAGAINand, una collettiva a cura di Lorenzo Balbi con l’assistenza di Sabrina Samorì, visitabile fino al 3 maggio 2020 al MAMbo – Museo d’Arte Moderna. Per aprire la stagione espositiva 2020, Balbi e Samorì hanno scelto di esporre i lavori di sette artisti contemporanei conosciuti in tutto il mondo per il loro talento: Ed Atkins, Luca Francesconi, Apostolos Georgiou, Ragnar Kjartansson, Susan Philipsz, Cally Spooner, Apichatpong Weerasethakul. Il tema attorno al quale ruota la mostra è quello della ripetizione, del loop e della ciclicità nella contemporaneità. In particolare, i curatori hanno scelto di portare avanti questa indagine attraverso artisti che spesso hanno posto al centro della loro ricerca tale argomento.
Il progetto espositivo è delineato secondo vari approcci: uno sociologico che guarda all’avvento delle nuove tecnologie e a diverse strategie lavorative che hanno avuto un forte impatto sulla vita psicologica e fisica dell’uomo; uno filosofico e religioso che prende le mosse da forme di credenza basate sulla reincarnazione, sulla ciclicità temporale e sull’olismo; ed infine uno ecologico che propone nuovi modelli di consumo e produzione per una concezione innovativa della cultura rurale.
Gli autori delle opere allestite nella Sala delle Ciminiere del MAMbo provengono da paesi diversi, tuttavia possono dirsi accomunati dall’attenzione nei confronti dello stesso tema. Ciò dimostra come in generale la tendenza degli artisti di oggi sia quella di fermarsi a riflettere a proposito del tempo e a proposito delle forme di conoscenza e di potere che ne scaturiscono. La collettiva spazia tra diversi media – installazione, video, scultura, pittura, fotografia – per creare affascinanti ambienti immersivi caratterizzati da riferimenti temporali altrettanto differenti.
L’artista greco Apostolos Georgiou (Thessaloniki, 1952, vive e lavora ad Atene) realizza dipinti che rappresentano donne e uomini in ambienti lavorativi e domestici. Immersi in un’atmosfera straniante, essi mostrano paure e angosce che caratterizzano una routine quotidiana costituita perlopiù da lavoro impiegatizio e vita familiare. Nelle tele di Georgiou è possibile riconoscere costumi anni ’50, periodo in cui prendono l’avvio nuovi servizi che contribuiranno a cambiare le abitudini in campo professionale e sentimentale.
L’installazione di Ragnar Kjartansson (Reykjavik, 1976) intitolata Bonjour (2015) può forse essere considerata il cuore della mostra. Di fatto si tratta della ricostruzione di una porzione di un borgo francese anni ’50, in cui due performer compiono sempre le stesse azioni. Mentre una donna prende un vaso di fiori per riempirlo alla fontana, un uomo esce dalla propria casa per fumare una sigaretta e rivolgerle un saluto. Lei risponde timidamente, torna verso la sua abitazione, per poi voltarsi gettando un ultimo sguardo all’estraneo. Tutto ciò perché spesso la ricerca di Kjartansson si sofferma su quei cliché prodotti dalla cultura occidentale che includono, tra gli altri, il machismo ed il romanticismo nord-europeo. Bonjour era stata presentata solo ed unicamente nel 2015/2016 al Palais de Tokyo a Parigi.
Cally Spooner (Ascot, 1983, vive e lavora tra Atene e Londra) è presente in mostra con Drag Drag Solo (2016), un video che nasce da una ripresa a porte chiuse della performance parte del più ampio progetto On False Tears and Outsourcing, presentato al New Museum di New York lo stesso anno. La coreografia si sviluppa dall’interpretazione libera di movimenti provenienti dallo sport, di esercizi e pratiche del team building aziendale e della gestualità dei film romantici, con il fine di riflettere sull’impiego di protocolli e convenzioni come risposta al bisogno di comunicare.
Luca Francesconi (Mantova, 1979, vive e lavora a Mantova) è autore di nuove produzioni, oggetti e opere storiche che affrontano il tema della ruralità e del tempo ciclico. Nella prima sala un gruppo di sculture composte da uomini stilizzati in ferro, la cui testa è stata sostituita da frutta e ortaggi, mette in scena le dinamiche di potere tra un caporale e alcuni braccianti. La scelta del ferro come materiale del corpo consente di dividere simbolicamente la terra dalla testa degli uomini, sottolineando la spersonalizzazione del lavoro agricolo. Nella seconda sala, Francesconi fornisce un’ampia riflessione sul ciclo naturale presentando in teche e mensole diversi pesci (reali, finti e rappresentati in nuova forma) catturati in specifiche fasi di trasformazione biologica. Altri oggetti come una pelle di serpente e l’opera Serpente delle risaie (2016) un serpente composto di sassi e palle di riso, rimandano invece alla valenza che questo animale ha assunto nel tempo per raccontare e immaginare i cicli, l’eterno ritorno e la metamorfosi infinita dei corpi.
Apichatpong Weerasethakul (Khon Kaen, Thailandia, 1970, vive e lavora a Chiang Mai, Thailandia) ha approfondito i legami tra la cultura locale e quella occidentale alla luce delle politiche economiche estrattive di forte impatto ambientale. A Letter to Uncle Boonme (2009) è un video che fa parte del più ampio progetto Primitive; è ispirato a un libro, che l’artista ha ricevuto in dono da un monaco, in cui viene narrata la storia di Boonme, un uomo proveniente dal nord-est della Thailandia, capace di raccontare le proprie vite passate. In omaggio alla regione di provenienza di Weerasethakul, l’opera è ambientata a Nabua, villaggio distrutto dalle milizie nazionaliste. La sceneggiatura del cortometraggio è ispirata alle diverse reincarnazioni e ai racconti di presunti figli e parenti del protagonista immaginario.
Safe Conduct (2016) è una video-installazione di Ed Atkins (Oxford, 1982, vive e lavora a Londra) composta da tre grandi monitor appesi al soffitto, simili a quelli di aeroporti, stazioni e centri commerciali. Il video raffigura il surrogato digitale dell’artista che, ritratto con aspetto quasi cadaverico, vaga per l’area di check-in e di ritiro bagagli di un aeroporto deserto. Il corpo del personaggio viene ridotto in pezzi riconoscibili sui nastri trasportatori insieme a oggetti proibiti come pistole e riferimenti alla morte come teschi e sangue. L’idea di circolarità e di eterno ritorno è presente in diversi aspetti del video, come nella musica scelta, il Boléro di Maurice Ravel che, ripetendosi in un crescendo graduale e continuo, enfatizza il senso di angoscia e cattura del soggetto.
La mostra si apre e si chiude con un’opera audio di Susan Philipsz (Maryhill, Glasgow, 1965, vive e lavora a Berlino) installata in un luogo di passaggio del museo. Guadalupe (2003-2019) è stata realizzata dall’artista durante una residenza presso Artpace a San Antonio in Texas. L’opera si struttura su un movimento circolare ripetuto che richiama l’andamento nervoso di un viaggiatore che, in cerca di indicazioni, tenta di fronteggiare diverse problematiche tra cui le barriere linguistiche. Guadalupe è presentata in questa mostra in una versione inedita, arricchita di registrazioni sul campo ritrovate dall’artista, risalenti al periodo trascorso a San Antonio.
AGAINandAGAINandAGAINand è corredata da una pubblicazione Edizioni MAMbo, a cura di Caterina Molteni, che include un saggio critico del curatore Lorenzo Balbi, schede esplicative delle opere in mostra e una sezione di approfondimento con testi e contributi degli artisti e contenuti inediti sul tema, affidati a teorici contemporanei quali il filosofo Federico Campagna, l’antropologa Elizabeth Povinelli e la stessa Molteni.
AGAINandAGAINandAGAINand
Ed Atkins, Luca Francesconi, Apostolos Georgiou, Ragnar Kjartansson, Susan Philipsz, Cally Spooner, Apichatpong Weerasethakul
A cura di Lorenzo Balbi con l’assistenza curatoriale di Sabrina Samorì
Promossa da Istituzione Bologna Musei | Area Arte Moderna e Contemporanea Sede MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, via Don Minzoni 14 Periodo 23 gennaio – 3 maggio 2020
Orari di apertura martedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica, festivi h 10.00 – 18.30
Ingresso mostra temporanea € 6 intero | € 4 ridotto | Card Cultura € 3 ridotto | Gratuito durante ART CITY Bologna cumulativo mostra temporanea + Collezioni permanenti MAMbo e Museo Morandi € 10 intero cumulativo mostra temporanea + Collezioni permanenti MAMbo e Museo Morandi € 8 ridotto
Pubblicazione
AGAINandAGAINandAGAINand, Edizioni MAMbo