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Lucio Dalla, il grande vuoto: a 8 anni dalla sua scomparsa l’Italia lo rimpiange

Otto anni fa se ne andava, improvvisamente, Lucio Dalla. Un grande cantautore della musica italiana, indimenticabile e ancora profondamente rimpianto. In questi giorni di apprensione per l’epidemia dovuta al nuovo coronavirus, la Fondazione Dalla di Bologna sta riprogrammando una serie di eventi previsti in città per celebrarlo. Si è infatti dovuto soprassedere alle manifestazioni previste fra il 4 e l’8 marzo. Sui suoi canali online (sito e pagine social) la Fondazione comunicherà prima possibile il nuovo calendario degli eventi.

Lucio Dalla è morto il 1 marzo 2012 stroncato da un infarto a Montreux, in Svizzera. Era il giorno dopo una sua esibizione al Montreux Jazz Festival, uno delle più importanti rassegne del genere al mondo. Dalla se ne è andato pochi giorni prima del suo sessantanovesimo compleanno, essendo nato il quattro marzo 1943.

È stato protagonista di cinquant’anni anni di musica e canzoni. Una carriera, la sua, cominciata a Bologna in qualità di enfant prodige del clarinetto. Un talento che l’Italia scoprì nel 1971, grazie a 4/3/1943. Il successo arriva nel 1977 con Com’è profondo il mare, quindi gli album Dalla e Lucio Dalla. Lucio Dalla ha composto hit come Attenti al lupo e classici come Caruso. Ma è stato anche regista di opere liriche, autore e protagonista di spettacoli televisivi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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