News

Coronavirus, strani segni sulle case dei contagiati: a cosa servono?

A Codogno, uno dei Comuni che rientrano nella “zona rossa” del coronavirus, sarebbero apparsi strani segni sulle case come a voler indicare dove vivono presunti infetti da coronavirus. Quando muore qualcuno, inoltre, secondo quanto riporta online Libero, nessuna cerimonia, nessun abbraccio di un parente caro, nessuna corona di fiori.

Qui le chiese, riporta in un servizio il Corriere della Sera, hanno i portoni chiusi, come disposto dal governo. Per i funerali non si fanno cortei né messe, solo delle brevissime cerimonie al cimitero con un limitato numero di parenti.

“È tristissimo ma è successo”, spiega il sindaco di Codogno, Francesco Passerini, secondo quanto riporta Libero. “Alcuni dei miei cittadini non hanno ricevuto in tempo l’autorizzazione per uscire dall’area rossa e quindi non hanno potuto salutare un’ultima volta un familiare morente al di fuori dell’area. E magari quel familiare è morto completamente solo… Anche questo è un danno da coronavirus”.

Intanto si sta indagando su alcuni sospetti atti di vandalismo a Castiglione D’Adda. Uno dei comuni della zona rossa. Qui tre muri (di due negozi e di una casa) sono stati imbrattati con della vernice nera come a segnalare la presenza di persone infette anche se non lo sono. “Un gesto idiota, non un’azione contro cittadini contagiati”, precisa il sindaco Costantino Pesatori. “Ma abbiamo le telecamere, li prenderemo”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio