Da ieri sera è ufficiale: il 9 marzo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato un nuovo decreto in merito all’emergenza Coronavirus. La zona rossa si estende così a tutto il territorio nazionale (finora limitata solo alle zone colpite dai focolai più gravi, dunque la Lombardia e altre 14 province del Nord Italia). Stop, dunque, ad un elenco significativo di attività: teatri, palestre, cinema, ma anche i centri commerciali nel weekend, i matrimoni e i funerali. Quand’è, perciò, che i cittadini possono uscire senza ritenerlo superfluo?
“I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante delle persone in terapia intensiva e purtroppo delle persone decedute. Le nostre abitudini vanno cambiate ora. Dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia. Lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se tutti collaboreremo e ci adatteremo a queste norme più stringenti” ha tuonato così il premier Conte, appellandosi al buon senso dei cittadini e spiegando chiaramente la necessità di intervenire in modo collettivo sul contenimento del virus.
Gli spostamenti potranno avvenire solo per “comprovate necessità”, come sta già avvenendo in Lombardia e nelle 14 provincie “zone rosse”. In sostanza per lavoro, gravi motivi di famiglia o di salute. Se ad esempio vivo in un paese o in una città ma devo recarmi al lavoro 20 chilometri più in là, dovrò avere l’autocertificazione per passare i controlli.
Una volta scaricato il modulo (vedi sopra) è importante capire come e quando utilzizarlo. L’autodichiarazione predisposta dal Viminale prevede uno spostamento, come scritto sul modulo, solo in casi ristrettissimi. Ecco quali:
1 – Esigenze lavorative (andare e tornare dal proprio ufficio, qualora il proprio datore di lavoro non abbia predisposto sistemi di smart working)
2 – Situazioni di necessità (ad esempio andare a fare la spesa, acquisti di prima necessità o per “altre situazioni particolari” da dettagliare agli agenti)
3 – Per motivi di salute (visite o esigenze sanitarie di varia natura)
4 – Rientro presso il proprio domicilio, abitazione e residenza (caso specifico: un cittadino domiciliato a Milano può far ritorno nella località dove mantiene la residenza, ovviamente se le due sedi non coincidono). Vige invece un divieto assoluto di spostamento per le persone sottoposte a quarantena o risultate positive al virus.
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