“Dopo il coronavirus la nostra vita cambierà”: gli scenari fino a ieri impensabili
L’emergenza del coronavirus determina l’analisi di diversi scenari per il “dopo”. Cosa succederà nei prossimi mesi? Quando torneremo alla vita normale? E, soprattutto, siamo sicuri che, passata la pandemia, ogni cosa tornerà al suo posto? “Molti di noi non si rendono conto che la vita non tornerà alla normalità in poche settimane o pochi mesi”, sostiene su Facebook Fabio Sabatini, docente di Economia all’Università La Sapienza di Roma.
“È il concetto stesso di normalità che è destinato a cambiare, per lungo tempo – spiega Sabatini -. È un cambiamento che dovremo interiorizzare in fretta, per impedire ai sistemi sanitari e all’economia di collassare, moltiplicando i danni dell’epidemia”. Come è ormai tristemente noto, infatti, gli ospedali italiani sono in difficoltà per l’alto afflusso di malati da coronavirus e la sanità pubblica rischia il collasso.
Immunità di gregge
Per frenare e poi arrestare del tutto la diffusione dei contagi, andando progressivamente verso l’estinzione della pandemia esistono varie strategie. Un team di epidemiologi dell’Imperial College guidato da Neil Ferguson, scrive ancora il professor Sabatini, ha simulato l’evoluzione del coronavirus nel Regno Unito in diversi scenari. “Gli autori stimano che strategie come quella inizialmente ipotizzata da Boris Johnson – che rimanda alla cosiddetta immunità di gregge – potrebbero dimezzare i decessi. E persino ridurre di due terzi il flusso di malati nei reparti di terapia intensiva”. “Tuttavia, nel solo Regno Unito morirebbero comunque centinaia di migliaia di persone e il sistema sanitario collasserebbe lo stesso”.
Quarantena “stile cinese”
“Secondo la simulazione – sostiene ancora nel suo post Fabio Sabatini -, si può sperare di arrestare l’epidemia solo mediante una lunga quarantena dell’intera popolazione. Combinata con la chiusura delle scuole e delle università e il contemporaneo isolamento dei casi sospetti e delle loro famiglie” come nello Hubei, la provincia cinese dove si trova la città di Wuhan. “Il problema è che tali misure dovrebbero restare in vigore finché non sarà disponibile un vaccino, cioè per almeno 18 mesi, secondo gli autori. Sempre ammesso che un vaccino sia possibile”.
Il tracciamento dei contagiati
“Il tracciamento digitale dei potenziali contagiati e della loro rete di contatti ci offre una grande opportunità – rimarca il professor Sabatini -. A patto che sia volontario, duri solo il tempo necessario a sconfiggere l’epidemia, e vi sia la massima chiarezza e trasparenza sull’uso dei dati personali.”