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Coronavirus, la dottoressa invita i pazienti a resistere con l’Inno nazionale [VIDEO]

Come in guerra. Negli ospedali italiani, e soprattutto lombardi, la situazione dell’emergenza coronavirus è drammatica. Medici, infermieri, personale sanitario sono 24 ore su 24 protesi alla cura dei pazienti. Sarah Barbuto, medico pneumologo dell’ospedale di Sondalo (Sondrio) ha impugnato il megafono invitando tutti a resistere, a lottare.

E ha fatto ascoltare il nostro Inno nazionale dal suo telefonino, avvicinato al megafono. La dottoressa Barbuto ha quindi postato postato le immagini sulla sua pagina Facebook. Centinaia i commenti e le condivisioni. (La foto che pubblichiamo in alto è tratta, così come il video, dal profilo Facebook della dottoressa).

“In questi giorni difficili stavo per lasciarmi prendere dalla tristezza, ma nella vita quando le cose vanno male, anzi peggio, visto la situazione, fermarsi non serve. Anzi bisogna fare di più”, ha scritto il giovane medico. Poi l’hashtag: #Resistiamo che alla fine #Vinciamonoi.

“Sono giorni tristi e difficilissimi, questo dannato COVID19 non molla per niente – aveva scritto ancora la dottoressa all’inizio del suo post su Facebook il 20 marzo – (…) aumentano i malati e finiscono i posti, aumentano i morti, aumentano le famiglie che devo chiamare per dire che le cose stanno andando male per poi richiamarle e dire, dietro un telefono senza neanche una pacca sulla spalla, che è andata peggio, stiamo prendendo ogni giorno decisioni più difficili con un peso sul petto che ci porteremo per molto tempo, non andrà bene niente perché il virus passerà ma avremo ancora tanti morti da piangere e continuerò a sognarmi i campanelli dei ventilatori, i pazienti dispnoici, le corse contro il tempo e le scelte enormi”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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