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Coronavirus, città deserte? Cigni, lepri e volpi si riprendono gli spazi

Cosa fanno gli animali nelle nostre città e paesi svuotati dall’emergenza coronavirus? Si riprendono i loro spazi. Quelli che noi abbiamo sottratto loro, cementificando e costruendo ovunque e senza remore. Nei parchi urbani ora può capitare di vedere lepri e volpi, così come i cigni sui canali, o i delfini in prossimità dei porti.

“Maxi esperimento non voluto…”

Sul Quotidiano Nazionale, Lorenzo Guadagnucci ha intervistato il professor Luigi Boitani, docente di Zoologia all’Università La Sapienza di Roma. “Questo è un segnale bellissimo – afferma Boitani al Qn –. Stiamo assistendo a un mega esperimento non voluto e vediamo che gli animali sono pronti, che potrebbero riprendersi il territorio che gli abbiamo tolto. Pensiamo a che cosa accadrebbe in mare se improvvisamente cessassero le attività di pesca: ci sarebbe una rigenerazione immediata. Sulla terraferma, se smettessimo di essere così invasivi e distruttivi, avremmo il ritorno vicino a noi di molte specie. Questa è una bella lezione che possiamo imparare dalla pandemia”.

“Un piccolo virus ci mette in crisi”

Il rapporto fra uomo e animali è ormai stravolto. “Faccio due considerazioni – dice ancora Boitani -. La prima riguarda l’estrema fragilità della popolazione umana a invasioni virali di questo tipo. E al contempo la meraviglia per come un organismo così semplice e piccolo sia evolutivamente tanto raffinato da mettere in crisi l’intera umanità. L’evoluzione se ne inventa ogni giorno una nuova.”

La Cina ha smesso di importare animali selvatici

“L’altro aspetto è che il disastro cui stiamo assistendo – prosegue il professore nell’intervista rilasciata a Lorenzo Guadagnucci -ha finalmente spinto la Cina a vietare l’importazione di fauna selvatica. Lo chiedevamo da anni. Si è parlato del pangolino come possibile veicolo del virus: ebbene, l’ultimo sequestro di scaglie di pangolino, usate nelle medicina tradizionale, è stato poco tempo fa a Singapore: 17 tonnellate. Di scaglie… Ora speriamo che tutto questo finirà, anche se la legge cinese ha vietato il commercio di carne di animali selvatici e non parla di scaglie o altre parti del corpo”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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