Nicolò De Devitiis: «Coronavirus a ‘Le Iene’? Ho avuto un po’ di paura» [INTERVISTA ESCLUSIVA]
C’è chi si dedica alla pulizia di casa, chi finalmente ha il tempo di leggere quei libri ammonticchiati sul comodino, chi può recuperare i film non visti della scorsa stagione cinematografica, chi mette a posto vecchi documenti e scartoffie accumulate nei cassetti. E poi c’è chi intrattiene gli italiani facendo dirette Instagram con ospiti illustri. Tanti sono gli artisti che in questo periodo scelgono i social per mantenere vivo il rapporto con i propri fans, e altrettanti sono i professionisti dell’intrattenimento che su Instagram trovano la sede più adeguata per fare quattro chiacchiere con amici illustri.
Tra essi si annovera anche Nicolò De Devitiis, volto de “Le Iene”, “Dance Dance Dance”, “Guess the Artist”, oltre che speaker radiofonico. Ebbene, dall’account ufficiale @VH1Italia ogni giorno alle 16:00, Nicolò propone “Vh1 ti chiama a casa”, una diretta Instagram in cui ospita personaggi del mondo della musica e dello spettacolo. Un modo per cercare di mantenere la normalità e la socialità, e per entrare nelle case degli artisti, anche loro ovviamente bloccati nelle proprie dimore.
Nicolò De Devitiis è il volto di “VH1 Ti chiama a casa”, quattro chiacchiere su Instagram con gli artisti
Nicolò, innanzitutto come stai? Come sta andando questo lockdown?
Passo dalla cucina al salotto attraverso la camera da letto e il bagno con grande agilità! A parte gli scherzi… In questi giorni leggo, approfitto del tempo in più per approfondire i miei studi di inglese, ho smesso di vedere le serie perché dopo 10 giorni mi sono stufato, faccio dirette sulla mia pagina Instagram, cucino ma soprattutto ho deciso di riprendere a suonare il pianoforte, anche se mi manca molto la batteria che suonavo diversi anni fa. Pensa che stamattina ho fatto un sacco di ricerche su Internet perché ho deciso di comprare una pianola che poi mi posso portare anche a Milano.
Nicolò De Devitiis: “Approfitto del lockdown per riprendere a suonare il pianoforte”
Voi della redazione de “Le Iene” siete stati tra i primi a essere messi in quarantena. Come avete accolto la notizia quando vi è stata data? Cosa avete provato?
Un po’ di paura e di ansia. Credo sia una reazione normale, questa persona frequentava regolarmente la redazione, e anche se in quei giorni non l’avevo visto, è chiaro che alcune domande me le sono fatte. È stato un po’ come vivere la situazione dal di dentro: finché vedi un fenomeno fuori, ne senti parlare o lo vedi in TV ci pensi di meno, pensi non possa capitarti. Quando succede a qualcuno vicino a te è come prendere una sberla in faccia. È un po’ come quando Le Iene, che sei abituato a vedere in televisione, poi arrivano veramente: ti spaventi, non sai che dire, ti sembra strano!
Quando il fatto è accaduto le informazioni che avevamo a proposito del Coronavirus erano ancora sommarie e imprecise, si era ancora agli inizi, si diceva fosse poco più di una banale influenza e colpisse solo le persone anziane. A quel punto ci siamo tutti auto-quarantenati, autori, giornalisti, redattori, e abbiamo dovuto sospendere il programma.
In che modo questa emergenza cambierà il nostro futuro? Che tipo di impatto avrà sulla società, sul lavoro, sui nostri comportamenti quotidiani?
Ieri mi è successa una cosa bizzarra. Mi sono vestito bene, profumato, preparato e sono uscito per fare la spesa (ero rimasto senza viveri). Ho usato gli accorgimenti imposti dall’emergenza, ho indossato la mascherina, i guanti e tutto il necessaire; quando, dentro al supermercato, incontravo gli altri avventori, mi veniva automatico l’istinto di girarmi dall’altra parte. Ero assolutamente al sicuro, a distanza di sicurezza e protetto, eppure ho avuto questa reazione, che mi ha fatto riflettere molto proprio su quanto i nostri comportamenti quotidiani stiano cambiando. Mi sono chiesto ad esempio cosa accadrà quando in estate (speriamo) andremo ai concerti e ai grandi eventi: ci abbracceremo come abbiamo sempre fatto? Staremo a distanza? Avremo paura?
Nicolò De Devitiis: “Ho avuto un po’ di paura quando si è scoperto un collega positivo nella redazione de ‘Le Iene'”
Bisogna sempre cercare di vedere il lato positivo delle cose. In questo caso qual è l’aspetto positivo dell’esperienza che stiamo vivendo tutti?
Tutti noi amanti dell’intrattenimento, o chi fa questo mestiere con passione, ci siamo reinventati, non siamo rimasti con le mani in mano. Io come tanti colleghi, da Rudy Zerbi a Jovanotti a Nek a moltissimi altri cantanti che fanno normalmente le dirette su Instagram (anche a livello internazionale i Coldplay, Justin Bieber, Miley Cyrus) ci siamo dati ancor di più da fare. Siamo passati dal vedere le star all’interno dei salotti televisivi, a vederle dentro i loro propri salotti. La cosa più bella, poi, è vedere questi artisti in maniera vera, chi con la tutona, chi struccato, chi in canotta!
In qualsiasi trasmissione televisiva, per quanto si cerchi di mettere a proprio agio gli ospiti e di improvvisare il più possibile, c’è sempre la mediazione di un ufficio stampa, del management, dei publicist: per quanto genuine, le star si sono comunque preparate, si sono distratte dalla veridicità della chiacchiera. Queste interviste, ora, risultano più vere, perché ci si dimentica di star comunicando anche con un pubblico che può collegarsi e commentare.
L’altro aspetto positivo di questo periodo che stiamo vivendo, è che per una volta siamo veramente tutti uniti. Mondiali di calcio a parte (quando l’Italia si unisce e festeggia) questo è il periodo in cui siamo tutti più uniti: gli slogan “andrà tutto bene”, “ce la faremo”, “stiamo uniti” sono veri, io ci credo veramente pur essendo di natura scettico su queste frasi fatte, che di solito sono retoriche e di facciata. I flashmob delle 18:00, il cantare l’inno d’Italia tutti insieme dalle finestre, è meraviglioso, dà un grande senso di unione e solidarietà.
Nicolò De Devitiis: “Credo veramente negli slogan ‘stiamo uniti’ e ‘ce la faremo'”
Parliamo di “VH1 ti chiama a casa”, questa bella iniziativa partita da lunedì 16 marzo, che prevede tutti i giorni alle 16.00 una diretta Instagram dall’account ufficiale @VH1Italia. Mi sembra un bel modo per mantenere la socialità e la normalità: ce ne parli un po’?
Innanzitutto sono sorpreso del fatto che VH1 mi abbia affidato il compito di portare un po’ di intrattenimento su un canale storico, che fa musica tutto il giorno, come VH1. Da quando sono volto del canale, stiamo cercando di introdurre un po’ di svago, di programmi nuovi: stiamo portando questi valori su Instagram, e non è detto che un po’ alla volta non riusciamo a portarli anche su canali più fruibili per tutti (già durante il Festival di Sanremo abbiamo creato lo show “Guess the artist”). È un modo per rallegrare gli affezionati di VH1.
Hai già avuto in diretta Anastasio, i Pinguini Tattici Nucleari, Bugo, Max Pezzali. Potendo scegliere chiunque non solo in Italia e non solo artisti, per fare una chiacchierata in diretta, chi chiameresti?
Antony Kiedis, il cantante dei Red Hot Chili Peppers. Da lui vorrei farmi raccontare di persona gli aneddoti contenuti nella sua autobiografia dal titolo “Scar Tissue”. Mi piacerebbe poi chiamare dei famosi conduttori di talk show americani, come James Corden o Jimmy Fallon per farmi dare qualche dritta; poi vorrei qualche gruppo storico, come i Coldplay, ma mi piacerebbe chiacchierare anche con Jennifer Lopez per sapere tutto sulla sua esperienza all’ultima edizione del Super Bowl. Infine, da romano e romanista, vorrei parlare con Francesco Totti: vorrei farmi raccontare l’esperienza fatta durante le riprese della serie di Amazon “Celebrity Hunted”.
Hai curato la regia di “All You Can Eat”, il video dell’omonima canone dei Legno. Hai anche partecipato alla commedia con Christian De Sica “Poveri ma ricchissimi”. Pensi mai di approfondire il tuo rapporto con il cinema, con la regia, dirigere magari qualche documentario, degli altri video?
Ho sempre studiato recitazione quando vivevo a Roma, quando fare questo mestiere era ancora solo un sogno nel cassetto. Ho sempre nutrito questo desiderio di nascosto, non avendo nessuno di artistico nella mia famiglia sembrava una vera e propria utopia riuscire a entrare nel mondo dell’intrattenimento. Senza dir nulla ai miei amici storici, facevo di nascosto corsi di recitazione, andavo a fare casting per le pubblicità, e contemporaneamente mi creavo una “vita vera”. Ho fatto il Liceo Classico, mi sono laureato in Economia con specializzazione in marketing: poi è uscita questa opportunità, ho fatto l’animatore nei villaggi, appena potevo facevo cose che mi permettessero di liberare la mia vena artistica.
Nicolò De Devitiis da ‘Le Iene’ al cinema e ai videoclip
Quindi mi sembra di capire che saresti più orientato alla recitazione che alla regia…
Non li vedo come mondi così distanti: in molti hanno fatto sia l’uno che l’altro, o sono partiti attori per diventare registi e viceversa. Sono felice quando riesco a fare dell’intrattenimento, se poi è coinvolta la musica è proprio il massimo. La chiamata a VH1 è avvenuta in modo del tutto fortuito: essendo io un assiduo frequentatore di concerti ed eventi musicali, incontravo spesso Luca de Gennaro, fondatore e direttore di VH1.
A forza di salutarci in queste occasioni, un giorno mi ha chiamato al telefono e così sono diventato il volto di VH1. Lui stesso in varie interviste ha dichiarato “Ho scelto Nic perché so che ha una passione vera, sincera e profonda per la musica: a tutti I concerti dove andavo c’era anche lui”. Una bella dimostrazione di fiducia e di affetto.
Per chiudere: qual è la prima cosa che farai quando sarà possibile uscire di nuovo e riprendere la vita di sempre?
Una bella partita a calcetto con i miei amici, è ciò che desidero di più! Poi non vedo l’ora di tornare a lavorare fuori in modo regolare, a fare cose belle, e spero anche prestissimo di poter fare un bel pranzo con i miei genitori, la mia famiglia, in modo tranquillo: io sono a Roma, loro sono fuori città e non li vedo da un po’.
Speriamo di tornare alla nostra solita vita, credo che nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare niente del genere, questa è una cosa che i nostri figli studieranno sui libri di scuola, e proprio per questo io faccio video e registro testimonianze che di sicuro rimarranno nella mia storia personale.