La natura si riappropria dei suoi spazi. Il ritorno degli animali selvatici nei centri abitati di solito molto popolati, rumorosi ed inquinati è solo una delle conseguenze dello stop forzato imposto dall’emergenza coronavirus. Le emissioni di biossido di azoto, uno dei principali gas inquinanti, sono drasticamente diminuite anche al Nord Italia. Il mondo occidentale e capitalista, basato sullo sviluppo industriale e commerciale, si è fermato e la Terra finalmente respira. Ed in parchi e riserve naturali come l’Isola D’Elba la natura esplode con colori e suggestioni intensi e particolari. Oggi, l’Elba è il cuore del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, un’area protetta che si estende per circa 180 kmq. Al suo interno c’è anche la Riserva della Biosfera MaB UNESCO. Un prestigioso programma dedicato alle risorse della biosfera e alla tutela delle riserve naturali.

 

Le sette gemme del Tirreno, le perle dell’Arcipelago Toscano

 

Da un’antica leggenda, ricca di fascino e magia, nasce l’Isola d’Elba. Quando per descrivere la bellezza di un’isola la chiamiamo perla, non sappiamo che quest’appellativo ha un’origine realmente mitologica. Ci si riferisce infatti alle perle cadute da una collana di Afrodite, la Dea della bellezza, dell’Amore e della sessualità.L’Arcipelago Toscano è formato da sette isole: GorgonaCapraiaElbaPianosaMontecristoGiglio e Giannutri. La leggenda vuole che queste sette isole siano nate da un’uscita dal mare di Afrodite, la Venere dei Romani, la Dea dell’Amore e della Bellezza. Emergendo dalle acque del mare per andare da Eros, il Dio dell’Amore, Afrodite infatti stava tentando di aggiustarsi la collana che le era stata donata da Paride. Purtroppo il gioiello si ruppe. La Dea riuscì a trattenere tra le mani buona parte delle perle, ma sette di esse caddero in acqua. Le perle scivolate dalla mano di Afrodite iniziarono a popolarsi di flora e di fauna, e con il tempo si trasformarono nelle 7 Perle dell’Arcipelago Toscano, così come le conosciamo oggi.

Il Santuario delle farfalle dell’Isola d’Elba

 

Qui, tra i profumi della macchia mediterranea, l’Elba ospita una vivace e originale varietà di fauna selvatica. Si va  dai fenicotteri ai fieri rapaci, come il falco pellegrino, alle operose api; dalla piccola lucertola muraiola, endemica dell’Elba, alle colorate farfalle. Proprio queste creature affascinanti sono ospiti e protagoniste del Santuario delle farfalle, creato in una zona nei pressi del Monte Capanne. Un sentiero tematico che racconta la vita delle farfalle, un mondo magico dove prati e zone rocciose si animano tra lo sbattere di ali della Lycaeides villai e della Coenonympha elbana, due specie endemiche delle isole toscane. Un luogo dove fragili e splendidi esemplari si incontrano, definito “santuario” per la sua sacralità. Un ambiente ideale per la vita di queste farfalle uniche, dove è stata registrata la presenza di oltre cinquanta specie. Tra le più incredibili: la vistosa Cleopatra dai colori sgargianti, la Tecla della quercia dalle ali blu scuro, le variopinte ed eleganti Giasone, Podalirio e Macaone. Inoltre, è stata osservata la Vanessa multicolore, che non si registrava all’Elba dal 1916 e veniva ormai considerata estinta!

 

Le api e l’eremo di Santa Caterina

Di grande importanza anche l’Orto dei semplici dell’Eremo di Santa Caterina, in cui “l’uomo che sussurra alle api” – Roberto Ballini, classe 1944, ex ciclista professionista – si prende cura delle arnie. Negli anni Ballini ha sviluppato un sistema di comunicazione con i preziosi impollinatori che distinguono due differenti frequenze sonore. Attraverso queste modulazioni di voce riesce a dialogare con loro impartendo semplici indicazioni, in armonia con l’incredibile biodiversità dell’Orto dei Semplici, un luogo quasi mistico e di grande essenzialità che conserva esemplari di piante autoctone dell’isola, tra cui anche sei varietà rare di frutti originari dell’Elba, come il Pero Angelica dell’Elba o il Pesco Sanguigno settembrino dell’Elba.

 

La varietà dei pesci

 

L’ambiente marino dell’Isola, incontaminato e attraversato da correnti ricche di cibo, ospita una sorprendente varietà di forme di vita. Ci sono praterie di posidonie, triglie di scoglio e castagnole, polpi sinuosi e cavallucci marini, rombi e barracuda, pesci luna, gorgonie e aragoste. Ma i protagonisti del mare sono i cetacei, come le stenelle e i tursiopi, che spesso vengono avvistati intorno all’isola e che con un po’ di fortuna è possibile ammirare anche da vicino durante piacevoli escursioni in barca.

 

Il falco pellegrino, i fenicotteri rosa e le martore

 

L’Elba è anche un punto di riferimento per gli appassionati di birdwatching grazie alla ricchissima avifauna costituita da uccelli stanziali e migratori. A Capo d’Enfola, dove le scogliere offrono un riparo agli uccelli e sono perfette per ospitare i nidi del Gabbiano Reale; il Monte Capanne e il Monte Serra, luoghi ideali per osservare il volo sontuoso dei rapaci. Tra quelli che nidificano sull’isola è d’obbligo segnalare il più veloce predatore alato, il falco pellegrino, ma si possono trovare anche il barbagianni, il gheppio, il gufo comune e la poiana.  Troviamo inoltre il bacino delle antiche saline di San Giovanni che ospita i fenicotteri rosa. Gli animali confermano la ricchezza di vita dell’area della Baia di Portoferraio popolata anche da aironi, pavoncelle e chiurli.

Non meno preziosi, il Monte Calamita e Monte Capanne sono siti di grande importanza per il loro valore naturalistico. Il Calamita si è accreditato nel corso della storia come luogo di assoluta suggestione per la rarità delle specie ospitate. Tra gli arbusti della macchia mediterranea si possono scorgere capre selvatiche e lepri, mentre dalla sommità è possibile avvistare una delle più vaste colonie di gabbiano reale. Sul Capanne, invece, ci si può imbattere nella martora lungo i sentieri che in alcune stagioni dell’anno regalano lo spettacolo della fioritura della viola corsica ilvensis, specie endemica dell’Isola dell’Elba.