Coronavirus, a Codogno nuovi contagi: allarme nell’ex zona rossa
La riapertura della prima zona rossa per il coronavirus – Codogno, nel Lodigiano – ha provocato il ritorno della malattia in quell’area. Oltre un mese fa, il 21 febbraio, si scoprì lì il primo contagiato, un uomo di 38 anni oggi guarito. Lo scrive il Corriere della Sera. “Abbiamo sei positivi in più – spiega Francesco Passerini, sindaco di Codogno e presidente della Provincia di Lodi – Nelle ultime giornate eravamo fermi a 268 casi. Un segnale che i divieti introdotti con la zona rossa avevano funzionato”.
Lombardia, 35 mila casi
Ieri 26 marzo è stato un giorno difficile per la Lombardia che conta adesso 34.889 persone positive al coronavirus, pari ad almeno la metà dei casi in tutta Italia. Nella regione più ricca del Paese c’è stato un aumento di 2.543 casi in un giorno, mentre i decessi sono arrivati a 4.861, pari a un incremento di 387 vittime in 24 ore.
I numeri sommersi
Si tratta delle cifre ufficiali fornite ogni giorno dalla Protezione civile. Numeri che non tengono conto dei casi sommersi. Secondo diversi osservatori, in Italia potrebbero esserci in questo momento centinaia di migliaia di cittadini contagiati dal virus, moltissimi dei quali senza sintomi. Dunque inconsapevoli e per i quali al momento non è previsto – perché di fatto impossibile – uno screening di massa.
Il trend è ancora alto
Uno stop al trend positivo degli ultimi giorni è quello che si riscontra in Italia. Risale il numero dei nuovi ammalati in Italia, sebbene la curva del contagio continui a rallentare. Nelle ultime 24 ore i malati sono 4.492 in più, per un totale di oltre 62mila persone attualmente affette dal Covid-19. E si contano ancora centinaia di nuove vittime: sono 662, ma a questo dato vanno aggiunti i decessi in Piemonte che non sono stati comunicati.
Le persone guarite
Numeri stabili anche sul conteggio dei pazienti guariti. Un migliaio nell’ultimo giorno per un totale di oltre 10mila persone finora riuscite a superare la malattia. Il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, continua intanto ad accusare un lieve stato influenzale. È risultato negativo al tampone per il coronavirus e al momento continua a lavorare da casa. Buone anche le condizioni di Guido Bertolaso, consulente del governatore della Lombardia per questa fase di emergenza, che dopo essere risultato positivo al Covid-19 è ricoverato al San Raffaele di Milano “in via precauzionale”.
Medici, infermieri e operatori
Un allarme esplicito è stato lanciato invece per il personale sanitario, che continua a contare vittime per i contagi contratti in ospedale. Sono 41 finora i medici morti per il coronavirus. Per medici e infermieri il vice direttore vicario dell’Oms, Ranieri Guerra, chiede che vengano effettuati più tamponi. “Vanno tutelati, non soltanto con dispositivi e mascherine ad hoc”.