Nella spasmodica attesa di un vaccino contro il coronavirus si testano nuovi farmaci. Ma soprattutto le autorità sanitarie, e i medici attraverso i laboratori, cercano di capire se a oggi – in assenza sia di vaccino che di farmaci specifici contro il nuovo virus – sia possibile utilizzare medicine efficaci per patologie differenti dal Covid-19.

È in quest’ottica che da oggi 27 marzo le autorità sanitarie italiane hanno autorizzato ufficialmente, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, l’uso di alcuni farmaci già esistenti sui pazienti che hanno contratto il Sars-CoV2 (il nuovo coronavirus).

Si tratta in primo luogo della medicine solitamente usate contro la malaria. A base di clorochina e idrossiclorochina sono a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale. Serviranno per il trattamento dei pazienti affetti da infezione da Sars-CoV2. Si legge nella Gazzetta Ufficiale. Autorizzate inoltre, per lo stesso uso,  le combinazioni dei farmaci anti-Aids. Vale a dire: lopinavir/ritonavir, danuravir/cobicistat, darunavir, ritonavir. Anche queste a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Per il vaccino contro il coronavirus sono in “gara” nel mondo molte case farmaceutiche. Ma bisogna avere pazienza. Occorreranno 12, forse 18 mesi, prima di poterne disporre. Lo stesso dicasi per farmaci ad hoc. Ci saranno ma fra qualche tempo. La pandemia avanza. Se è vero che siamo in tempi di “guerra”, una guerra che ci ha colto impreparati, vuol dire che bisogna intanto arrangiarsi con le “armi” che si hanno.