Fabrizio Frizzi manca ormai da due anni e il suo sorriso dolce e gentile manca in questo momento difficile ora più che mai. Sono molti vip e colleghi che lo hanno ricordato oggi con aneddoti e ricordi. Ripercorrere la sua carriera sembra quasi doveroso, oltre che interessante per una figura poliedrica come lui. Non tutti sanno che Fabrizio Frizzi non iniziò la sua carriera dalla televisione, bensì dalla radio. Il futuro conduttore cominciò da giovanissimo nelle radio: nel 1976 esordì a Radio Antenna Musica di Roma.  Il fratello Fabio parlò dell’esordio in merito alla forte volontà di Fabrizio Frizzi di poter condurre Sanremo, un giorno:

Fabrizio ha sempre sperato di condurre Sanremo. Sarebbe stato il migliore perché conosceva la musica italiana ed era amico di molti cantanti. L’avrebbe meritato. Ha seguito molto la musica negli anni settanta nella radio private, avendo iniziato a Radio Antenna Musica. Anch’io l’ho fatta per un po’, io sono uscito e lui è entrato!

Fabrizio Frizzi esordì in una delle prime radio di Roma

Anche Luca De Gennaro ha ricordato gli esordi di Fabrizio Frizzi in radio, dove lo aveva conosciuto:

Era l’amico che ce l’aveva fatta, il primo tra noi disc jockey delle radio private romane a essere arrivato in televisione, alla Rai, a condurre il programma per ragazzi “Il Barattolo”. D’altra parte era anche il più bravo di tutti noi. L’unico che non era alla radio solo per presentare dischi e parlare di musica, ma per fare varietà, divertire, inventare personaggi e dar loro una voce, come “Tamburo”, il più riuscito tra i suoi. Ci eravamo conosciuti lavorando insieme a Radio Antenna Musica (RAM 102!) una delle prime della città.

Luca De Gennaro continua, raccontando della giovinezza condivisa con Fabrizio Frizzi, agli inizi di carriera:

Avevamo vent’anni, la radio era una seconda casa, le mattine non esistevano ma le notti si. Stavano cominciando gli anni ’80, si andava al Piper a ballare i Police e i Clash per finire a tarda notte in un anonimo bar in Viale Delle Milizie che aveva l’unico pregio di restare sempre aperto e che chiamavamo “Il Barazzo”, dove incontravi musicisti, giornalisti, cantautori, gente delle radio, e poi in giro per Roma sulla sua Fiat 127 fino all’alba tra battute, gag, risate, confidenze sulle questioni del cuore, sogni e progetti.