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Coronavirus, Brusaferro: “L’Italia è al picco dei contagi, ma guai a mollare adesso…”

“Dire che siamo arrivati al plateau vuol dire che siamo arrivati al picco. Ma il picco non è una punta bensì un pianoro da cui ora dobbiamo discendere”. Adopera i termini con molta attenzione Silvio Brusaferro, il direttore dell’Istituto superiore di sanità (nella foto in alto). L’intervento di uno dei massimi dirigenti sanitari nazionali è giunto oggi 31 marzo, nell’ambito di una conferenza stampa per fare il punto sulla pandemia del coronavirus in Italia. “La curva ci dice che siamo al plateau – ha detto Brusaferro riferendosi al costante aumento dei contagiati dal virus -, non vuol dire che abbiamo conquistato la vetta e che è finita ma che dobbiamo iniziare la discesa e la discesa si comincia applicando le misure in atto“. Un messaggio forte e chiaro, per tutti.

Fontana critica l’Iss

Proprio con l’Istituto superiore di sanità, però, ha innescato una polemica a proposito delle mascherine il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. “Purtroppo l’Iss ha detto che la prima riunione per valutare questa mascherina è stata rinviata alla settimana ventura – dice Fontana -. Da lì inizia questo iter che mi auguro possa essere reso rapido. Io credo che non si debba dire ‘diamo una risposta tra qualche settimana’ pensando di farci un piacere, ma che si dovrebbe dire ‘vi diamo una risposta tra qualche ora'”.

“Ho azienda da 900 mila dispositivi al giorno”

Il governatore lombardo ha parlato in Consiglio regionale, riguardo all’attesa per la certificazione dell’Iss a un’azienda lombarda in grado di produrre 900mila mascherine al giorno. “A meno che non si siano ancora resi conto che siamo in un periodo di emergenza, visto che comunque le mascherine nessuno ce le dà. Almeno ci diano l’autorizzazione a produrle“, ha aggiunto Fontana.

Arcuri: “300 milioni di mascherine”

“L’Italia ha acquistato 300 milioni di mascherine e i dispositivi “arriveranno progressivamente nei magazzini della Protezione civile“. Questa, intanto, da Roma, la risposta indiretta del commissario straordinario all’emergenza virus, Domenico Arcuri. “Distribuiremo mascherine e dispositivi in base al criterio che abbiamo concordato con le regioni, anche per garantirci assoluta trasparenza ed evitare asimmetrie”.

“I medici avranno le scorte”

Lo ha detto il commissario Domenico Arcuri in conferenza stampa il 31 marzo sottolineando che con questi numeri è stata “consolidata una sufficiente quantità di dispositivi”. Inoltre, ha aggiunto Arcuri, ieri è stata consegnata una “quantità sufficiente di mascherine all’ordine dei medici”. “Pensiamo – ha concluso – che anche loro devono essere dotati di una sorta di ‘magazzino di scorta’, in modo da poter sopperire o aggiungere dotazioni che vanno direttamente a loro”.

Le aziende della moda e dell’igiene

“Abbiamo fatto molti passi avanti nella produzione nazionale di mascherine in una settimana. Le prime 25 aziende della filiera della moda da ieri producono 200 mila mascherine chirurgiche al giorno. Hanno un piano per andare a 500 mila al giorno la prossima settimana e a 700 mila quella successiva. Le aziende del settore dell’igiene personale fanno 250 mila mascherine al giorno, arriveranno a 400 mila la prossima settimana, a 750 mila quella successiva”.

“Presto mascherine ai farmacisti”

“Stiamo inviando dispositivi soprattutto al Centro-Nord, ma pensiamo anche alle regioni del Sud. Cerchiamo di mantenere queste due leve. Negli ultimi 3 giorni abbiamo distribuito 290 ventilatori alle regioni, nei prossimi 3 giorni contiamo di distribuirne altri 599, il 40% di quanto distribuito finora. Finora abbiamo distribuito 1.237 ventilatori polmonari. Con forniture così massicce andiamo anche verso sud, che dobbiamo assolutamente evitare si trovi in condizioni simili a quelle delle regioni del centro-nord più colpite dal coronavirus”. “Sono dotazioni massicce, ma ancora non riusciamo a raggiungere tutti i target. Spero che la prossima settimana anche i farmacisti verranno riforniti di dispositivi di protezione” ha precisato Arcuri.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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