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Coronavirus, calano i ricoveri in terapia intensiva

Lentamente l’Italia, pur soffrendo molto, sta arginando la pandemia di coronavirus. Si registra il primo calo di ricoveri in terapia intensiva dall’inizio dell’emergenza, circa un mese e mezzo fa. Sono 3.994 i malati di coronavirus ricoverati in terapia intensiva, 74 in meno rispetto a ieri. Di questi, 1.326 sono in Lombardia. Degli 88.274 malati complessivi, 29.010 sono poi ricoverati con sintomi – 269 in più rispetto a ieri – e 55.270 sono quelli in isolamento domiciliare. Il numero è stato reso noto dalla Protezione civile.

“Oggi (ieri 4 aprile, ndr.) per la prima volta abbiamo un dato molto importante. Il numero pazienti in terapia intensiva diminuisce di 74 ed è un notizia importante perché consente ai nostri ospedali di respirare. È il primo valore negativo da quando abbiamo avviato la gestione dell’emergenza”. Lo ha detto in conferenza stampa il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli.

“Se guardiamo ai numeri, dal 27 marzo a oggi in 9 giorni si è passati da più di 120 accessi nelle terapie intensive ad un saldo negativo di 74 malati, che non sono più oggi nelle terapie intensive rispetto al numero di ieri. Anche il numero di deceduti si è ridotto dai 970 ai 680 attuali. Ma non abbiamo superato la fase critica. Il pericolo non è scampato, non abbiamo scampato proprio nulla”. Lo ha detto in conferenza stampa il presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css) Franco Locatelli.

“Uno studio autorevole ha di fatto definito in almeno superiori a 30mila il numero delle vite che sono state salvate o delle morti evitate attraverso queste misure di contenimento”, ha detto ancora Locatelli. In Lombardia, intanto, si dovrà andare in giro indossando la mascherina o comunque con una protezione su naso e bocca: è quanto prevede la nuova ordinanza del governatore Attilio Fontana che entrerà in vigore domani.

La data di inizio della ripresa “dopo Pasqua solo se calano i contagi” ma “bisognerà convivere con il virus e con il distanziamento sociale fino al vaccino“. Così il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, all’appuntamento del sabato su Facebook e You Tube dell’Associazione Luca Coscioni. “Dovremo investire in educazione, abituarci all’uso delle mascherine, che sono in arrivo. Ne serviranno milioni”, dice Sileri. Finché non sarà disponibile un vaccino, conclude, “è ipotizzabile il verificarsi di nuovi focolai, ma sicuramente saranno più controllabili”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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