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Coronavirus, il maxi regalo di Hugh: ritratto del giovane duca più ricco al mondo

Dieci milioni di sterline donate per la lotta al coronavirus. Alle quali se ne aggiungono altre 2,5 milioni già erogate il mese scorso a enti di beneficenza. Organizzazioni che sostengono le famiglie britanniche in difficoltà a causa della pandemia. Il totale fa 12,5 milioni di sterline, ossia circa 14 milioni di euro. 

Si presenta così, con poche parole e solidi fatti, il nobile inglese considerato già da tempo il miglio “buon partito” d’Inghilterra. Bello, pacato, generoso e ancora scapolo, Hugh Grosvenor, 29 anni, è il settimo duca di Westminster. E il ragazzo al di sotto dei 30 anni più ricco al mondo. Patrimonio stimato: 10 miliardi di sterline, pari circa 12 miliardi di euro. Denari ereditati dal padre, il duca Gerald Grosvenor, morto nel 2016 a 64 anni.

“A nome della mia famiglia e di tutti quelli della Grosvenor Estate desidero ringraziare enormemente tutto il nostro straordinario personale del NHS (servizio sanitario nazionale, ndr.)”. Comincia così il messaggio del duca Hugh via Twitter, dall’account della sua Westminster Foundation. “Ringrazio anche tutti coloro che forniscono servizi di prima linea fondamentali. Siamo tutti incredibilmente grati di lavorare instancabilmente per proteggerci e far funzionare il Paese ”.

Il regalo da 10 milioni di sterline sarà suddiviso in un primo fondo da 5 milioni destinato a enti di beneficenza che operano per il servizio sanitario nazionale. L’obiettivo, spiega il quotidiano inglese The Teleghaph, è quello di creare uno stanziamento a disposizione delle famiglie di medici, infermieri e operatori sanitari. Altri 3 milioni andranno alla ricerca scientifica medicale, infine gli ultimi 2 milioni a enti di beneficenza e organizzazioni che aiutano i cittadini in difficoltà per l’impatto sociale ed economico della crisi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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